mercoledì 7 settembre 2016

Illuminazione e Rapporti di Coppia

DI MARCO CANESTRARI


D. Come vive il rapporto di coppia una persona illuminata?

Per persona illuminata intendiamo un individuo intelligente, aperto e cosciente di ogni parte di se stesso, consapevole della propria anima e quindi anche di quella degli altri, insomma qualcuno che sa interamente chi è. L’intelligenza passa proprio per la consapevolezza di tutte le proprie mancanze individuali e le attraversa, io sono sicuro di avere dei limiti in quanto persona e sono certo di non poterci fare niente, quindi smetto con le attività del pensiero e della mente che cercano di modificare o nascondere questa mia realtà. Una volta che vedo che la mente non ha facoltà di cambiare l’essenza delle cose, allora non sono più identificato con essa e sono libero, una persona libera dai propri condizionamenti non necessariamente si comporta secondo un certo schema o modello, infatti ne è svincolata.

Premesso questo, una persona risvegliata si sposa o no? Si fidanza o no? Vuole figli o no? Va su una montagna a fare l’eremita o va a fare le orge? Vi svelo un principio universale: “Quando uno è illuminato fa quello che cavolo gli pare!”. Siamo liberi e una persona risvegliata non si mette a seguire la legge di qualcuno e nemmeno quella fatta da lui stesso, se vuole si sposa e se non vuole no, se gli va fa l’asceta, altrimenti va con cento ragazze, e soprattutto lo fa senza affermare una norma che tutti dovrebbero seguire, che si ergerebbe sopra di lui stesso e degli altri e che ci direbbe ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è giusto fare o sbagliato fare.

Qualunque cosa faccia però non sarà mai da succube, quindi nel caso in cui si sposi oppure che scelga di avere un rapporto di convivenza con un partner, la sua anima, la sua volontà e la sua libertà non sarà in nessuna circostanza sotto il ricatto di qualunque necessità sessuale, affettiva, emotiva o di qualsiasi altro tipo. Può avere un rapporto ma non per bisogno o per necessità, è completamente diverso da una relazione dove due persone che si lasciano soffrono, in cui si è dipendenti, dove senza l’altro non si è niente. Una persona realizzata è tutto anche senza gli altri e non dà al mondo esterno il potere di farla stare male. È partendo da questo presupposto che possiamo veramente voler bene e dare tutto, quando siamo già pieni da soli allora possiamo fare stare meglio gli altri, se non fosse così sarebbe un baratto: tu mi dai del sesso ed io ti do una sicurezza affettiva ed economica, se tu diminuisci la tua parte io sto male, sono quindi ricattabile e comincio a sforzarmi di fare tutto quello che mi chiedi in cambio della mia dose. Se immaginiamo che da soli non abbiamo ciò che ci appaga allora il rapporto diventa un mettersi il cappio al collo reciprocamente con doveri e promesse da mantenere poiché solo insieme abbiamo delle necessità soddisfatte e da soli invece ci sentiamo vuoti. Quando questi accordi da mercato delle pulci vengono trasgrediti, perché uno dei due cambia idea o trova di meglio, allora il rapporto inizia a logorarsi fino scoppiare. Se ad esempio tu ti fidanzi con qualcuno al quale dici che hai bisogno di tot. telefonate al giorno per sentirti amata, e glielo dici oggi, domani, dopodomani e lui spesso non ne fa abbastanza e non cambia nel suo comportamento, a un certo punto soffri troppo per questa mancanza, lo incolpi, lui si difende, finite per discutere e accadrà che ti troverai un altro che ti fa più telefonate dato che il disagio che senti è più forte di te. Tu non volevi amarlo, tu desideravi dare qualcosa a lui ma solo fin quando ricevevi quel tot. di telefonate al giorno, altrimenti no, perché ti ritieni troppo debole rispetto alla tua sofferenza. Se io dico che ti amo, però mi devi dare sesso in cambio, e se diminuisci le ore di sesso ti dico “mi dispiace ma io amo un’altra”, che amore è? Uno scambio, un baratto? L'amore c'è quando nessuna sofferenza può mai venire dall’esterno, è lì che allora puoi liberamente, incondizionatamente e completamente dare. Nel caso in cui invece si trova un punto di incontro fra due necessità, una ricerca di simbiosi tra due richieste, tale punto è una conferma che entrambe le parti da sole sono mancanti, un inno alla mancanza, un inno alla sofferenza, all’insoddisfazione, alla solitudine dell’ego. Tale inno si manifesta all’apice quando torno a casa e trovo mia moglie a letto con un altro, e penso “ma come, ci eravamo detti ti amo fino a ieri e adesso la vedo fare l’amore con un altro, mi ha tradito ed io ora non sento più di amarla”. Non è amore un sentimento che finisce. Tu le avevi detto “ti amo per sempre”, invece nella tua mente c’era “ti amo solo se anche tu mi ami, ti amo solo se mi sei fedele, solo se non tradisci la mia fiducia, ti amo solo se sei coerente, se sei buona, brava e bella, solo se sei il mio pupazzo e se invece vai fuori dalle mie regole allora non ti amo più e trovo un burattino migliore”. Se ci comportiamo così allora non amiamo l’anima della persona ma la superficie, stiamo amando i suoi comportamenti, i modi di fare e di pensare, le caratteristiche estetiche e ciò che uno possiede.

Se io ti amo davvero, allora ti amo sempre, e quando tu mi tradisci e quando tu mi offendi di continuo, quando vai con un altro, quando menti, quando prometti una cosa e ne fai un’altra, quando sei piena di dolore e di paura e non ti curi di nessuno, quando non mi ami più e mi abbandoni… io ti amo ancora perché l’amore se è quello vero non può finire.


Dal libro “Gesù Beve Redbull” di Marco Canestrari, una raccolta di trascrizioni relative a una serie di conversazioni recenti che ruotano intorno al tema dell’ascolto interiore.