DI VALERIO PASSERI
Tutti i giorni vediamo in Tv pettegolezzi di ogni sorta, su personaggi famosi, politici e giornalisti. Molti di noi si sentono senza dubbio incuriositi dalle indiscrezioni sulla vita privata degli altri, soprattutto se la tv ci porta a pensare che essi abbiano un’esistenza molto più interessante della nostra.
Un esempio lampante è quello dei reality show grazie ai quali ci è permesso seguire la vita di persone famose e non, nel quotidiano, o così almeno ci fanno credere. In questa maniera ci appassioniamo ad ogni sviluppo delle storie raccontate con cura dalle televisioni e i personaggi che vediamo in Tv diventano idoli ed esempi da seguire.
Permettiamo quindi, di incentrare la nostra attenzione sul futile ed il superfluo, distraendoci completamente da ciò che è da considerarsi l’informazione importante, ovvero quella utile per capire il mondo che abbiamo intorno ed interagire con esso. Diventiamo così, non solo spettatori della vita altrui, ma anche della nostra, perché senza essere consapevoli di ciò che ci circonda, non possiamo far altro che assecondare ciò che accade come dei ramoscelli in mezzo al mare in tempesta.
In sostanza possiamo quindi dire che sfruttano la nostra curiosità, per controllarci. E’ un male quindi essere curiosi? Senza curiosità, non conosceremmo il mondo come è oggi, a partire dalle grandi invenzioni e innovazioni fino ad arrivare a tutto quello che oggi più ci appassiona come ad esempio libri, fumetti e film, perché la curiosità stimola la fantasia e l’ingegno e permette l’evoluzione in ogni campo. Sbagliamo però, nel permettere ai media di decidere cosa ci deve incuriosire, perché esso è frutto della volontà delle poche persone che li controllano, il cui interesse principale non è la nostra crescita mentale, ma bensì quello di guadagnare, proponendo modelli sempre più vicini al consumismo sfrenato. La televisione non è il male assoluto, è negativo l’uso che molti ne fanno, favoriamo ed appoggiamo quei programmi che stimolano ed ampliano la nostra cultura oltre a quelli più piacevoli e leggeri, ma soprattutto non lasciamo che il piccolo schermo sia la nostra unica fonte di sapere, utilizziamo tutte le altre risorse a nostra disposizione come libri e ricerca nel web di ciò che ci interessa ed appassiona. La curiosità, però, non è solo quella verso il mondo esterno, la curiosità più sana che si possa avere è quella verso se stessi. Il danno peggiore causato da questo sistema è che ha portato molti di noi, i giovani in maggior misura, a disinteressarsi di se’. Incuriosirsi di se stessi vuol dire scoprire chi propriamente si è e quali sono le proprie capacità. Le cose in cui meglio riusciamo sono generalmente quelle che più ci piacciono (e viceversa) e quando riusciamo in qualcosa ci sentiamo felici ed appagati, ma se non si ha la minima curiosità di conoscere se stessi non possiamo sapere nemmeno quali sono le nostre virtù e di conseguenza non possiamo usufruire della felicità che lo sfruttamento di queste comporterebbe.
Coltiviamo la nostra curiosità in maniera sana ed intelligente, ma soprattutto innamoriamoci di noi stessi, scopriamo chi siamo e non permettiamo che ci lascino “parcheggiati” ma sfruttiamo le nostre qualità a vantaggio di tutti, diventeremo così individui attivi, consapevoli e indubbiamente liberi da chi cerca di omologarci e controllarci.