DI ENRICO GALAVOTTI
La storia spesso manifesta questo singolare aspetto: proprio mentre le forze regressive s'incaponiscono a difendere i loro privilegi e la cultura del passato, che ha già perso di credibilità, tende a formarsi l'alternativa per il futuro. Questa, tuttavia, per risultare vincente, ha bisogno di porsi in maniera creativa e costruttiva: non può limitarsi ad attendere che il consenso le venga consegnato su un piatto d'argento. Anche perché il crollo rovinoso della reazione potrebbe travolgerla. In altre parole, proprio mentre è più forte il potere politico e militare delle forze conservatrici, molto più debole è il loro potere morale, la loro legittimazione sociale - ed è questo, in definitiva, che deciderà la loro sorte.
In effetti, non basta la fiducia dei cittadini per essere sicuri che le nuove istituzioni saranno caratterizzate eticamente. Occorre anche e soprattutto che si realizzi la democrazia sociale, per la quale le istituzioni hanno compiti davvero limitati. Un'istituzione ha senso solo quando non può staccarsi dalla società, e questo, quando una società per secoli ha convissuto con la realtà delle istituzioni, è più facile a dirsi che a farsi.
Il cittadino democratico dovrà abituarsi all'idea che in una società autogestita ogni abuso si ripercuote immediatamente su tutti i cittadini, nessuno escluso: o si vive insieme nel bene comune o nessuno si salva. Là dove esiste la democrazia sociale, la corruzione non può dilagare come un cancro incurabile.
FONTE: HOMOLAICUS