DI SIMONE FALCHETTI
In alcuni casi potrebbe sembrare che quello di ricorrere all’inceneritore (o termovalorizzatore, che dir si voglia) sia il male minore per affrontare il problema dei rifiuti, ma non è affatto così.
Una diffusa ignoranza sui temi ambientali e il non perseguimento di serie politiche di raccolta differenziata dei rifiuti da parte delle amministrazioni locali, nascondono l'evidenza che quella della raccolta differenziata e della reintroduzione nel circuito produttivo dei rifiuti sia una scelta di gran lunga preferibile a quella dell'incenerimento degli stessi. La via del riciclaggio comporta infatti: maggior rispetto per l'ambiente, maggior risparmio di materie prime, minor consumo di energia per i processi produttivi. Inoltre il processo di differenziazione del rifiuto e del suo riutilizzo è positivo perché induce in tutti gli attori del ciclo di vita di un oggetto (produttori e consumatori) una maggiore consapevolezza rispetto ai temi ambientali. Al contrario, l'incenerimento dei rifiuti risulta essere 'nefasto' da un punto di vista motivazionale oltre a produrre - come vedremo - un notevole inquinamento. Infatti siccome un termovalorizzatore brucia meglio i rifiuti non differenziati, l'inserimento degli inceneritori nel circuito di smaltimento degli scarti civili ed industriali rappresenta un forte disincentivo alla realizzazione di una seria ed efficace raccolta differenziata.
Da uno studio realizzato da Greenpeace sull’impatto ambientale degli inceneritori risulta che, bruciando 1000 kg (1 tonnellata) di rifiuti si ottengono: 1000 kg di Fumi rilasciati nell'atmosfera; 280/300 kg di Ceneri solide che restano all'interno dell'inceneritore e che, per legge, dovranno essere smaltite in discariche speciali perché altamente tossiche; 30 kg di Ceneri volanti, polveri sottili non bloccabili ne' filtrabili che finiscono nell'atmosfera e che noi ci respiriamo; 650 kg di Acqua da depurare perché ricchissima di particelle altamente inquinanti. Dunque per ogni tonnellata di rifiuti bruciata ne compaiono due di rifiuti speciali altamente tossici. Le polveri sottili, oltretutto, sono insidiose e pericolose e prima o poi, o perché ingerite con gli alimenti o perché respirate, finiscono all’interno del nostro corpo con effetti imprevedibili e - il più delle volte - maligni.
Cosa possiamo fare noi per non essere parte del problema? Beh, con piccoli accorgimenti quotidiani potremo dare un contributo non indifferente al pianeta. Ad esempio:
1. Acquistiamo preferibilmente merce senza imballaggio (spesso non biodegradabile, costoso e inutile) magari recandoci in quei bei negozi che - come una volta - vendono merce ‘sfusa’ (a peso);
2. Preferiamo prodotti concentrati e/o formato famiglia perché più convenienti e con un rapporto volume imballaggio / quantità prodotto più basso rispetto agli altri;
3. Preferiamo sempre, quando possibile, oggetti ottenuti con materiale riciclato e carta riciclata;
4. Scegliamo i prodotti con contenuto ricaricabile (detersivi, saponi, pile, latte, olio, …). Ogni volta che procederemo alla ricarica (refill) di un prodotto risparmieremo soldi nostri e fastidi all’ambiente;
5. Separiamo tutti i rifiuti e operiamo una corretta raccolta differenziata. I rifiuti organici possono essere utilizzati per produrre fertilizzante naturale;
6. Teniamo in auto una borsa in tessuto con cui andare a fare la spesa aborrendo l’uso smodato di buste di plastica.
7. Informiamoci sulla politica di amministrazione dei rifiuti del nostro comune appoggiandone o criticandone concretamente le iniziative e sensibilizzando la nostra cerchia di conoscenti su questo genere di iniziative.
Bibliografia:
* Inceneritori e Nanoparticelle
* Incenerimento e salute umana
* Analisi comparativa dei diversi metodi di smaltimento
* Come ridurre la propria produzione domestica di spazzatura
* Comprare sfuso come una volta