DI RAFFAELE BARBARO
Una delle tecniche utilizzate dai media per manipolare le reazioni della società è l'uso continuo della notizia negativa. I titoli dei telegiornali e le notizie stesse che vengono date, sono piene di messaggi che ci inducono a diffidare di chiunque e a temere negozianti, operai, professori e persino i familiari. È una manovra che a lungo andare produce i suoi risultati, spingendoci a richiedere l’intervento di una forza “esterna”, se non proprio di un leader, che ci liberi da questa paura del prossimo.
Ecco che in questo modo la televisione continua a darci input di allerta continui. Quante volte i genitori rimproverano i figli di avere certe prudenze perché “Hai visto in tele quante se ne sentono”. È la dimostrazione che la televisione ci distrugge, costringendoci a vivere una vita che non appartiene all’essere umano. Noi siamo nati per amare, vivere, aiutare, abbiamo creato la musica, la pittura e le arti in genere. Se fossimo come la televisione ci descrive quotidianamente non avremmo mai ottenuto tutte queste cose. Prendete ad esempio i bambini; essi stringono amicizie più in fretta e non hanno paura di uscire per strada e giocare a pallone, se qualcuno gli offre una caramella la prima cosa che pensano è “Buona!” non “Quest’uomo vuole farmi del male”. La fiducia nel prossimo è naturale, la diffidenza no. La diffidenza è un sentimento che molte volte ci viene indotto bombardandoci continuamente con notizie di cronaca nera che sono l’eccezione ai comportamenti umani, non la regola. È proprio la frequenza con cui queste notizie ci vengono date che fanno accettare al nostro inconscio il fatto che tutti gli aerei finiscano per avere problemi al motore, che ogni automobilista sia un potenziale killer, che ogni prete sia pedofilo. Bisogna cominciare a vedere i telegiornali con giusto occhio critico. La cronaca nera non serve in un’informazione responsabile. Un telegiornale serio non racconta i dettagli di uno stupro o si prolunga nelle interviste ai parenti della vittima. Più che “cronaca nera” potremmo chiamarlo “gossip nero”. Un telegiornale professionale non fa tutto questo semplicemente perché queste notizie non sono rilevanti. Un cittadino bisognoso di un’informazione sana cerca notizie che riguardino i meccanismi che possano far riflettere su alcuni argomenti, come la politica o lo sport. Se questo cittadino poi volesse avere particolari su una determinata vicenda allora può andare lui stesso a cercarsi gli argomenti, magari su internet.
Costringere il popolo a seguire i dettagli di un omicidio o di qualche altro evento che non sia legato ai modi di fare comuni di una società, vuol dire solo costringere il popolo alla paura e all’apprensione. Una società che vuole progredire, che vuole vivere meglio, dovrebbe comportarsi come la natura umana impone. Una società che si rispetti ha fiducia nel prossimo, aiuta il prossimo, guarda lo sconosciuto come “nuovo” non come “pericoloso”. Una società che si rispetti deve avere soprattutto fiducia in se stessa.