DI DAVID CORSICO
Guardo la mia gatta sul davanzale della finestra e anche lei mi sta fissando. Mi domando talvolta a cosa pensa e mentre lo faccio, mi domando se anche lei si domanda la stessa cosa, a cosa sto pensando io. Se potesse sbirciare nella mia testa o io potessi parlarle, le direi che i miei pensieri vanno ai mille problemi che mi affliggono tutti i giorni: pagare il mutuo della casa, la rata della macchina, le svariate bollette e tante altre spese più o meno importanti.
Ma lei è una gatta e non può comprendere queste problematiche tutte umane, avrà altri problemi che la inquietano e la infastidiscono, ma sicuramente non quelli di riuscire ad arrivare alla fine del mese, perdere il lavoro o non poter rifare il tetto di casa, no, questi problemi non le appartengono. La questione è molto più complessa però, perché la mia gatta non sa, che a vivere in queste condizioni non sono solo io, ma tantissime persone, forse la maggior parte delle persone, anzi direi, che la maggior parte delle persone vive in assoluta povertà e una minoranza, vive nell’agio e nello sfarzo più totale, non curante, che il resto del mondo va allo sfascio. Questa minoranza, in parte, è come la mia gatta, non riesce a leggere nei mie pensieri e nemmeno si preoccupa di farlo. Probabilmente pensano, che il potere ottenuto nella loro vita gli è dovuto, senza elaborare una benché minima riflessione. È come se ad un certo punto decidessi di non occuparmi più della mia gatta, pensando che è un “peso” per la mia economia e quindi, con il passar del tempo, assuefarmi, convincermi, che non vale più la fatica nemmeno per un pensiero perché sono io a detenere il potere. Il potere ha mille variabili, ma una costante incomparabile lega il potere dalle molteplici sfaccettature, la responsabilità. Chiunque ha il potere su chiunque, il potere verso i vecchi o i malati, verso i bambini, verso gli animali, verso l’ambiente, se non dedichiamo un pensiero a quella variabile che nel potere è la responsabilità, cosa ne sarà di noi? Non diamo tutto per dovuto o scontato, non dobbiamo pensare che il frutto del nostro successo e potere sia solo merito nostro. Basti pensare, che senza gli altri il potere non avrebbe scopo d’esistere e che, sono proprio gli altri a demandarci questo potere, con l’assoluta convinzione e non speranza, di farne buon uso.
Nascere con una traboccante peculiarità non vuol dire solo avere più fortuna o più possibilità degli altri, ma avere anche più consapevolezza di potere verso la comunità, una responsabilità che deve servire a migliorare la vita di tutti e non solo alla propria ambizione di ricchezza.