DI BEATRICE CONSIGLI
Quando si cercano di riempire vuoti morali con appagamenti materiali ed il condizionamento priva il popolo della libertà come farebbe un regime conclamato, quando la generazione ultima mostra segni di inadeguatezza e fragilità tanto gravi da essere autolesionista mentre non c’è più il piacere di vivere ma solo l’ansia di sopravvivere, significa che la società che ci ospita, che ci ha generati, sta implodendo.
Si sta accartocciando su se stessa, così come le foglie degli alberi d’autunno, bruciate dal sole estivo s’accartocciano, divengono rossastre e cadono. Noi esseri umani del ventesimo secolo, abbiamo la fortuna di vedere tutto questo. Abbiamo la fortuna di essere spettatori attivi del cambiamento di una civiltà, fatto di decadenza prima e di rinascita dopo. Un istante, nel Tempo Universale, pieno di significato che raramente agli uomini è dato di vivere, così come il passaggio delle comete. Ma come in tutti i momenti di crisi, ci è richiesto il massimo dell’attenzione e dell’impegno; il coraggio di un colpo di coda, un guizzo finale che permetta il nuovo assestarsi della situazione. Per sopravvivere a questa scontata decadenza, dobbiamo fare un salto di qualità personale, dobbiamo liberarci dalle pastoie morali e materiali costruite in decine di anni, aprire gli occhi ed osservare con curiosità e voglia di comprendere quello che si muove intorno a noi. Dobbiamo rinascere fanciulli, liberarci dai pregiudizi e dall’indolenza e prendere le nostre responsabilità come individui che fanno parte dell’Umanità. Perché non siamo chiamati alla responsabilità solo per mandare i figli a scuola, portare lo stipendio a casa e pagare il condominio. Siamo anche, e soprattutto, responsabili del contributo che apportiamo alla società che ci accoglie, colei che farà da madre ai nostri figli adolescenti, li porterà lungo le strade della vita e segnerà il loro cammino.