venerdì 12 ottobre 2012

Comunicare Non Competere

DI GIUSEPPE FALCO

Competitività

Tutti noi pensiamo al conflitto in termini competitivi. In sostanza, concepiamo il conflitto come un “sfida” tra due contendenti, che porta alla vittoria dell'uno e alla sconfitta dell'altro.

Ciascuno cerca di esporre le sue ragioni, sfodera gli argomenti più persuasivi possibile, per “portare acqua al suo mulino”, come si suol dire. Le ragioni e le esigenze dell'altro sono sistematicamente ignorate. Quando si è coinvolti in una lite ad esempio, si entra in quella che nei miei corsi chiamo “visione a tunnel”: ci si concentra solo sul proprio punto di vista e si è assolutamente incapaci di vedere le cose dal punto di vista altrui. In sostanza, pensiamo al conflitto come se fosse una partita, in cui una parte è quella vincente e l'altra la perdente. Probabilmente questa visione deriva dal contesto sociale in cui viviamo, improntato all' individualismo e alla competitività. Nessuno può negare l'importanza che abbiano individualismo e spirito competitivo nella nostra vita quotidiana. L'individualismo inteso nel senso di libertà di scelta e di auto-determinazione, cioè di poter decidere sui fini della propria vita è senz'altro positivo. D'altro canto, un sano spirito competitivo è essenziale per la nascita e lo sviluppo di nuove idee, soluzioni, invenzioni che rappresentano benefici per l' intero pianeta. Tuttavia, se si osserva bene la storia dell'umanità si potrà notare che l'elemento che ha permesso la sua evoluzione è stata senz'altro la capacità di cooperare, caratteristica della specie umana. La cooperazione è il motore dello sviluppo, è ciò che rende possibile che l'esigenze di tutti vengano tenute in considerazione e vengano soddisfatte.

Questa logica della cooperazione deve anche applicarsi ai conflitti interpersonali . Ogni volta che entriamo in disaccordo con gli altri non chiediamoci: chi ha ragione? ma: come possiamo trovare una soluzione che possa soddisfare entrambi? Nella gestione di OGNI conflitto bisogna chiedersi: quale soluzione risulta vincente per entrambi? Sembra paradossale, ma, a differenza delle competizioni, dibattiti, scontri nei tribunali, ecc… nei conflitti interpersonali non ci deve essere chi vince e chi perde.

O si vince insieme, o non si vince affatto
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