DI COMEDONCHISCIOTTE
RIADATTAMENTO DI GIANPAOLO MARCUCCI
Uno studio del 2011 finanziato dalla Commissione Europea e dal WWF presenta misure dittatoriali di controllo delle nascite, tasse individuali sulle emissioni di carbone, canali d’informazione controllati dal governo e legalizzazione del suicidio volontario e assistito nei paesi europei. Un gruppo di studio finanziato dall’Unione Europea chiamato The One Planet Economy Network (OPEN-EU) ha elaborato nel 2011 un documento totalmente ignorato dall’attenzione pubblica e dai mezzi d’informazione di massa. Questo, finora.
Il documento, intitolato Scenari verso un’Economia Planetaria Unica in Europa riporta diversi scenari o “percorsi” che l’Unione Europea dovrebbe seguire per raggiungere una cosiddetta “Economia Planetaria Unica”.
Finanziata con i fondi del Settimo Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo dell’Unione Europea e dal WWF, il documento segue pedissequamente i tipici scenari dell’ Agenda 21. Nel documento, intriso di termini come “sostenibilità” e “matrice ecologica”, gli autori delineano quattro distinti percorsi che conducono alla cosiddetta “Economia Planetaria Unica”. Stessa cosa è riportata all’inizio dello stesso studio.
“Ci sono quattro storie che forniscono visioni alternative, non necessariamente ideali, della transizione verso l’Economia Planetaria Unica in Europa entro il 2050; scenari che presentano sia una descrizione di vita in Europa nel 2050 sia dell’organizzazione politica necessaria per sostenere la transizione verso quest’unico e comune punto di arrivo, sulla base di diverse premesse del futuro”.
Questo è l’elenco delle Quattro “narrazioni”:
1: Capacità e attenzione
2: Avanti veloce
3: Punto di Rottura
4: Al Rallentatore
Per avere un’immagine chiara degli strumenti “draconiani” proiettati verso l’inevitabile fine del mondo, sarà necessario citare gli autori per esteso, soprattutto riguardo al “Punto di Rottura” L’“assetto politico” indicato comprende quanto segue:
“L’UE deve prendere delle drastiche misure per ridurre la crescita demografica sia in Europa sia, e soprattutto, nel resto del mondo, per evitare che la crescita della domanda (in un momento in cui l’innovazione tecnologica è stagnante e le risorse naturali – combustibili fossili e terreno agricolo - sono in esaurimento) facciano innalzare ulteriormente i prezzi. In alcuni paesi europei l’aspettativa di vita è stabile, in altre si riduce.”
Più Avanti, con il titolo “Demografia”, leggiamo:
“All’inizio del 2012, una delle misure adottate per il controllo demografico era di ridurre gradualmente – fino ad annullarli - gli assegni familiari alle famiglie numerose. Entro il 2020, tali assegni sono riconosciuti solo fino al secondo figlio. Considerando che in generale l’economia è ormai basata sul lavoro intensivo, le politiche d’immigrazione si sono nel frattempo rilassate per attrarre lavoro specializzato, soprattutto nel campo agricolo. Questo aumenta la tensione sociale in Europa. Per attuare il controllo della popolazione, gli accordi commerciali bilaterali hanno bisogno di partner commerciali.”
Si sottolinea che “sono limitati i rapporti commerciali con quei paesi che non adottano misure di controllo demografico”. Un altro problema presentato nello scenario “Punto di Rottura” è la forte espansione della legislazione comunitaria:
“Nel 2050 – scrive il documento - “gli europei saranno costretti ad adottare stili di vita ecologici – ad esempio, il divieto di viaggi individuali a lunga distanza non essenziali. A quel punto, i viaggi aerei sarebbero diventati troppo costosi per la maggior parte della gente. Lo stato controllerebbe e influenzerebbe ogni possibile canale educativo, d’informazione e di marketing per diffondere questo messaggio, allo scopo di imporne l’affermazione e l’applicazione e modificale la comune percezione della sostenibilità”. Si giunge quindi all’elaborazione della scenario-trappola di una popolazione in stile Agenda 21:
“La maggior parte degli Europei vive in aree metropolitane densamente popolate, in quartieri residenziali compatti e altamente efficienti. Le unità abitative comprendono due o tre persone. I quartieri residenziali sono essenziali, energeticamente efficienti, controllati da sensori intelligenti che permettono allo stato di regolare l’utilizzo delle infrastrutture energetiche, monitorarne il consumo, il carico e, se necessario, tagliare la fornitura di energia elettrica”
Riportiamo infine queste parole: “Nel 2015, nei Paesi Europei il suicidio volontario o assistito sarà diventato legale”.“Entro il 2020, la maggior parte dei canali d’informazione sarà controllata dal governo e utilizzata nel tentativo di indurre nuovi comportamenti sociali; al motto di “Forte giocare entro i limiti!" oppure “Verde = Crescita”.
Insomma, lo scenario non si prefigura come uno dei migliori, ma una alternativa a questi accadimenti esiste e dobbiamo prenderne coscienza: La possibilità che la direzione presa dalle nostre nazioni sia questa non dipende solo dalla volontà di burocrati internazionali che nessuno a mai eletto, dipende dalle nostre azioni. Quando i governi smettono di avere ragione diventa il momento di prendere il loro posto e ricostruire da capo i luoghi in cui viviamo.
FONTE
RIADATTAMENTO DI GIANPAOLO MARCUCCI
Uno studio del 2011 finanziato dalla Commissione Europea e dal WWF presenta misure dittatoriali di controllo delle nascite, tasse individuali sulle emissioni di carbone, canali d’informazione controllati dal governo e legalizzazione del suicidio volontario e assistito nei paesi europei. Un gruppo di studio finanziato dall’Unione Europea chiamato The One Planet Economy Network (OPEN-EU) ha elaborato nel 2011 un documento totalmente ignorato dall’attenzione pubblica e dai mezzi d’informazione di massa. Questo, finora.
Il documento, intitolato Scenari verso un’Economia Planetaria Unica in Europa riporta diversi scenari o “percorsi” che l’Unione Europea dovrebbe seguire per raggiungere una cosiddetta “Economia Planetaria Unica”.
Finanziata con i fondi del Settimo Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo dell’Unione Europea e dal WWF, il documento segue pedissequamente i tipici scenari dell’ Agenda 21. Nel documento, intriso di termini come “sostenibilità” e “matrice ecologica”, gli autori delineano quattro distinti percorsi che conducono alla cosiddetta “Economia Planetaria Unica”. Stessa cosa è riportata all’inizio dello stesso studio.
“Ci sono quattro storie che forniscono visioni alternative, non necessariamente ideali, della transizione verso l’Economia Planetaria Unica in Europa entro il 2050; scenari che presentano sia una descrizione di vita in Europa nel 2050 sia dell’organizzazione politica necessaria per sostenere la transizione verso quest’unico e comune punto di arrivo, sulla base di diverse premesse del futuro”.
Questo è l’elenco delle Quattro “narrazioni”:
1: Capacità e attenzione
2: Avanti veloce
3: Punto di Rottura
4: Al Rallentatore
Per avere un’immagine chiara degli strumenti “draconiani” proiettati verso l’inevitabile fine del mondo, sarà necessario citare gli autori per esteso, soprattutto riguardo al “Punto di Rottura” L’“assetto politico” indicato comprende quanto segue:
“L’UE deve prendere delle drastiche misure per ridurre la crescita demografica sia in Europa sia, e soprattutto, nel resto del mondo, per evitare che la crescita della domanda (in un momento in cui l’innovazione tecnologica è stagnante e le risorse naturali – combustibili fossili e terreno agricolo - sono in esaurimento) facciano innalzare ulteriormente i prezzi. In alcuni paesi europei l’aspettativa di vita è stabile, in altre si riduce.”
Più Avanti, con il titolo “Demografia”, leggiamo:
“All’inizio del 2012, una delle misure adottate per il controllo demografico era di ridurre gradualmente – fino ad annullarli - gli assegni familiari alle famiglie numerose. Entro il 2020, tali assegni sono riconosciuti solo fino al secondo figlio. Considerando che in generale l’economia è ormai basata sul lavoro intensivo, le politiche d’immigrazione si sono nel frattempo rilassate per attrarre lavoro specializzato, soprattutto nel campo agricolo. Questo aumenta la tensione sociale in Europa. Per attuare il controllo della popolazione, gli accordi commerciali bilaterali hanno bisogno di partner commerciali.”
Si sottolinea che “sono limitati i rapporti commerciali con quei paesi che non adottano misure di controllo demografico”. Un altro problema presentato nello scenario “Punto di Rottura” è la forte espansione della legislazione comunitaria:
“Nel 2050 – scrive il documento - “gli europei saranno costretti ad adottare stili di vita ecologici – ad esempio, il divieto di viaggi individuali a lunga distanza non essenziali. A quel punto, i viaggi aerei sarebbero diventati troppo costosi per la maggior parte della gente. Lo stato controllerebbe e influenzerebbe ogni possibile canale educativo, d’informazione e di marketing per diffondere questo messaggio, allo scopo di imporne l’affermazione e l’applicazione e modificale la comune percezione della sostenibilità”. Si giunge quindi all’elaborazione della scenario-trappola di una popolazione in stile Agenda 21:
“La maggior parte degli Europei vive in aree metropolitane densamente popolate, in quartieri residenziali compatti e altamente efficienti. Le unità abitative comprendono due o tre persone. I quartieri residenziali sono essenziali, energeticamente efficienti, controllati da sensori intelligenti che permettono allo stato di regolare l’utilizzo delle infrastrutture energetiche, monitorarne il consumo, il carico e, se necessario, tagliare la fornitura di energia elettrica”
Riportiamo infine queste parole: “Nel 2015, nei Paesi Europei il suicidio volontario o assistito sarà diventato legale”.“Entro il 2020, la maggior parte dei canali d’informazione sarà controllata dal governo e utilizzata nel tentativo di indurre nuovi comportamenti sociali; al motto di “Forte giocare entro i limiti!" oppure “Verde = Crescita”.
Insomma, lo scenario non si prefigura come uno dei migliori, ma una alternativa a questi accadimenti esiste e dobbiamo prenderne coscienza: La possibilità che la direzione presa dalle nostre nazioni sia questa non dipende solo dalla volontà di burocrati internazionali che nessuno a mai eletto, dipende dalle nostre azioni. Quando i governi smettono di avere ragione diventa il momento di prendere il loro posto e ricostruire da capo i luoghi in cui viviamo.
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