Guardare la televisione provoca ansia: lo sostiene uno studio promosso da Meta Comunicazione e realizzato in collaborazione con un pool di 60 psicologi e psicoterapeuti. Sotto accusa toni concitati, annunciatori che sembrano lanciare allarmi bomba, termini super allarmistici. Lo studio ha analizzato, per un periodo di 4 settimane, i contenuti, i toni e il lessico utilizzato in diverse tipologie di trasmissioni.
La scelta dei temi
Il primo degli elementi sotto accusa è costituito dai temi trattati, che rappresentano la causa più evidente dell'ansia e dello stress che sempre di più si associano al piccolo schermo, come sottolinea il 63% degli intervistati. Scandali, efferati delitti, accuse e litigi che minano ogni fiducia nei confronti della politica e dell'economia del paese: sono solo alcune delle tematiche che quotidianamente vengono evidenziate in Tv.
Il tono della trattazione
Ma per l'84% degli esperti non sono solo gli argomenti di cui si parla a generare questo clima: a contribuire a far sentire il telespettatore letteralmente accerchiato è il modo in cui si parla di qualsiasi argomento, da quello più scottante a quello più tranquillo e leggero. Sotto accusa, infatti l'allarmismo (58%), ormai utilizzati in ogni tipo di trasmissione, dalle news ai contenitori di costume. A questo si aggiungono poi i toni dei diversi servizi: a qualsiasi ora del giorno, infatti, anche quelli più normali vengono annunciati come se si stesse dando la notizia di una meteora che sta per colpire la terra. Insomma per il 51% i toni isterici che ormai dominano nel piccolo schermo rappresentano una delle maggiori cause dell'ansia che sempre più spesso prende chi resta troppo tempo davanti alla Tv.
Ma per l'84% degli esperti non sono solo gli argomenti di cui si parla a generare questo clima: a contribuire a far sentire il telespettatore letteralmente accerchiato è il modo in cui si parla di qualsiasi argomento, da quello più scottante a quello più tranquillo e leggero. Sotto accusa, infatti l'allarmismo (58%), ormai utilizzati in ogni tipo di trasmissione, dalle news ai contenitori di costume. A questo si aggiungono poi i toni dei diversi servizi: a qualsiasi ora del giorno, infatti, anche quelli più normali vengono annunciati come se si stesse dando la notizia di una meteora che sta per colpire la terra. Insomma per il 51% i toni isterici che ormai dominano nel piccolo schermo rappresentano una delle maggiori cause dell'ansia che sempre più spesso prende chi resta troppo tempo davanti alla Tv.
Sfumano le funzioni di informazione e intrattenimento
Di conseguenza, il piccolo schermo sta perdendo la funzione di intrattenere, come dice il 34%, ma anche, sotto certi aspetti quella di informare (27%): il continuare ad utilizzare certi toni rischia di far mettere sullo stesso piano notizie e temi di importanza diversa, causando alla lunga una sorta di atarassia dell'informazione, dove il modo in cui viene data una notizia diventa più pregnante della notizia stessa.
Di conseguenza, il piccolo schermo sta perdendo la funzione di intrattenere, come dice il 34%, ma anche, sotto certi aspetti quella di informare (27%): il continuare ad utilizzare certi toni rischia di far mettere sullo stesso piano notizie e temi di importanza diversa, causando alla lunga una sorta di atarassia dell'informazione, dove il modo in cui viene data una notizia diventa più pregnante della notizia stessa.
Sindrome da accerchiamento
Di fatto per il 63% degli intervistati la Tv sta sempre più diventando una fonte di stress (anche dal punto di vista acustico), genera ansia (55%) e aggressività (49%), ma fa venire anche l'idea di essere continuamente fregati(43%), tanto che si sta sviluppando una sorta di sindrome da accerchiamento, che rischia di avere conseguenze anche sulla vita quotidiana (43%).
Di fatto per il 63% degli intervistati la Tv sta sempre più diventando una fonte di stress (anche dal punto di vista acustico), genera ansia (55%) e aggressività (49%), ma fa venire anche l'idea di essere continuamente fregati(43%), tanto che si sta sviluppando una sorta di sindrome da accerchiamento, che rischia di avere conseguenze anche sulla vita quotidiana (43%).
Classifica dei generatori d’ansia
Sicuramente in una sorta di classifica del grado di ansia catodica i Talk show sono al primo posto, come sottolinea il 58% degli esperti e conferma l'analisi dei programmi andati in onda nelle ultime 4 settimane. In media, infatti, ogni 6 minuti di messa in onda vengono utilizzati toni e termini che alzano il livello di ansia e aggressività, oltre al fatto che gli stessi temi trattati bombardano lo spettatore con tutto ciò che di più stressante avviene quotidianamente, che si tratti di politica, di scandali o di fatti di cronaca nera. Subito dietro ai Talk show ci sono naturalmente i telegiornali (52%): sicuramente gli argomenti ansiogeni sono più concentrati, ma i toni e il lessico utilizzato sono più controllati e meno allarmistici (in media si raggiungono alti livelli di stress ogni 12 minuti). Lo stesso vale per le trasmissioni sportive, dove l'ansia catodica sembra la costante per cercare di fidelizzare gli spettatori (45%, con i picchi di ansia catodica che hanno una frequenza media di uno ogni 15 minuti). Seguono le trasmissioni di servizio, dove si vogliono tutelare i consumatori o dirimere controversie (41%, con i picchi di ansia catodica che hanno una frequenza media di uno ogni 20 minuti). Ma ad essere messe sotto accusa sono anche le trasmissioni di costume e di puro intrattenimento come i contenitori pomeridiani (38%, dove i toni e gli atteggiamenti di conduttori e partecipanti fanno impennare il livello d'ansia in media ogni 21 minuti). Seguono i reality (36%), che seguono lo stesso principio delle trasmissioni sportive e dove i toni e gli atteggiamenti di conduttori e partecipanti fanno impennare il livello d'ansia in media ogni 24 minuti.
Sicuramente in una sorta di classifica del grado di ansia catodica i Talk show sono al primo posto, come sottolinea il 58% degli esperti e conferma l'analisi dei programmi andati in onda nelle ultime 4 settimane. In media, infatti, ogni 6 minuti di messa in onda vengono utilizzati toni e termini che alzano il livello di ansia e aggressività, oltre al fatto che gli stessi temi trattati bombardano lo spettatore con tutto ciò che di più stressante avviene quotidianamente, che si tratti di politica, di scandali o di fatti di cronaca nera. Subito dietro ai Talk show ci sono naturalmente i telegiornali (52%): sicuramente gli argomenti ansiogeni sono più concentrati, ma i toni e il lessico utilizzato sono più controllati e meno allarmistici (in media si raggiungono alti livelli di stress ogni 12 minuti). Lo stesso vale per le trasmissioni sportive, dove l'ansia catodica sembra la costante per cercare di fidelizzare gli spettatori (45%, con i picchi di ansia catodica che hanno una frequenza media di uno ogni 15 minuti). Seguono le trasmissioni di servizio, dove si vogliono tutelare i consumatori o dirimere controversie (41%, con i picchi di ansia catodica che hanno una frequenza media di uno ogni 20 minuti). Ma ad essere messe sotto accusa sono anche le trasmissioni di costume e di puro intrattenimento come i contenitori pomeridiani (38%, dove i toni e gli atteggiamenti di conduttori e partecipanti fanno impennare il livello d'ansia in media ogni 21 minuti). Seguono i reality (36%), che seguono lo stesso principio delle trasmissioni sportive e dove i toni e gli atteggiamenti di conduttori e partecipanti fanno impennare il livello d'ansia in media ogni 24 minuti.
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