TRADOTTO PER ECV DA ALESSANDRO MAMMOLITI
Negli ultimi dieci anni mi sono battuto per aiutare la campagna polacca, i piccoli agricoltori e i buoni cittadini di questa nazione a fronteggiare i colossi aziendali dell’industria agrochimica e genetica determinati a invadere questa terra relativamente incontaminata e trasformarla in un grande laboratorio di esperimenti tossici.
Lavorando al fianco del mio collaboratore polacco, Jadwiga Lopata, ho potuto mettere a frutto la mia esperienza ed ideare un piano d’azione per la battaglia formato Davide contro Golia che ci attendeva. Una battaglia che non si limitava soltanto alle imprese in agguato, ma anche ad un governo complice ed un pubblico generalmente all’oscuro dei fatti. In quanto agricoltore organico praticante in un momento in cui abbandonare i prodotti chimici in favore di quelli organici era considerata una strategia estremamente regressiva e assurda – ero abituato ad esser preso di mira da sedicenti scienziati dell’agricoltura, fanatici della farmaceutica e lacchè del governo al gioco dei loro padroni industriali. Ciò nonostante, ero sostenuto dagli straordinari risultati ottenuti dalla trasformazione agricola a cui sottoposi la mia fattoria dal 1975, quando ancora contava su prodotti agrochimici, fino a condurla ad un regime di totale coltura organica nel 1980. Ciò - e quei pochi colleghi creativi e appassionati che si sono lanciati nella stessa battaglia controcorrente nello stesso periodo - hanno mantenuto vivo in me quello spirito d’intraprendenza, mentre l’impegno incessante delle braccia dettata dal routinario calendario rurale mi teneva con i piedi ben piantati a terra. Già nel 1987 avevo previsto il pericolo incombente degli OGM di cui scrissi nella rivista Soil Association (organizzazione leader in Gran Britannia nell’ambito dell’organica). Le prime colture sperimentali OGM venivano piantate in Gran Britannia verso la metà degli anni ‘90 – per venire quasi immediatamente estirpate da una potente coalizione di attivisti di varie organizzazioni ecologiche. Queste operazioni risultarono così ben riuscite che le coltivazioni finirono per essere abbandonate, e i supermercati, a fronte di una campagna anti “cibo-Frankenstein” di primo piano, tolsero gli ultimi prodotti OGM dagli scompartimenti. A questo punto ero al pieno comando di una campagna contro il progetto del governo britannico di vietare la vendita del latte non-pastorizzato, prodotto principale della mia fattoria a coltivazione organica mista. Con solo 5mila produttori di latte non pastorizzato nel paese siamo riusciti, in qualche modo, a piegare il governo e continuare a vendere il nostro “Vero Latte” per la felicità di consumatori altrettanto determinati che ancora possono godere delle sue proprietà salutari ed effetti straordinari. Non appena diffusi le mie iniziative rurali tra i miei colleghi agricoltori organici nel 2000, ero già un esperto dedito alla lotta politica e all’attivismo nella società civile. Cos’è che ci fa voler sfidare i nostri oppressori in questo modo? La spinta costante ai nostri sforzi sembra derivare (per me) da un forte senso di “giusta indignazione” che erompe quando si scontra con gli spietati tentativi di metter a freno il meglio della vita. Questa indignazione è poi incanalata nella determinazione a non arrendersi, ed opporsi ad ogni tentativo di ostacolo e controllo delle nostre ispirazioni e iniziative creative.Fu così che nel 2000 ho preso l’importante decisione di accettare l’invito di Jadwiga Lopata di diventare co-direttore della “Coalizione Internazionale per la Protezione della Campagna Polacca” e impiegare molto del mio tempo in Polonia. Quasi da subito fu evidente che la Polonia era minacciata dalle insidie di imprese di OGM decise a introdurre nel sistema i loro prodotti senza che nessuno se ne accorgesse. Ne seguì un’incessante campagna di sensibilizzazione del pubblico e del mondo politico per combattere la minaccia.
Lavorando al fianco del mio collaboratore polacco, Jadwiga Lopata, ho potuto mettere a frutto la mia esperienza ed ideare un piano d’azione per la battaglia formato Davide contro Golia che ci attendeva. Una battaglia che non si limitava soltanto alle imprese in agguato, ma anche ad un governo complice ed un pubblico generalmente all’oscuro dei fatti. In quanto agricoltore organico praticante in un momento in cui abbandonare i prodotti chimici in favore di quelli organici era considerata una strategia estremamente regressiva e assurda – ero abituato ad esser preso di mira da sedicenti scienziati dell’agricoltura, fanatici della farmaceutica e lacchè del governo al gioco dei loro padroni industriali. Ciò nonostante, ero sostenuto dagli straordinari risultati ottenuti dalla trasformazione agricola a cui sottoposi la mia fattoria dal 1975, quando ancora contava su prodotti agrochimici, fino a condurla ad un regime di totale coltura organica nel 1980. Ciò - e quei pochi colleghi creativi e appassionati che si sono lanciati nella stessa battaglia controcorrente nello stesso periodo - hanno mantenuto vivo in me quello spirito d’intraprendenza, mentre l’impegno incessante delle braccia dettata dal routinario calendario rurale mi teneva con i piedi ben piantati a terra. Già nel 1987 avevo previsto il pericolo incombente degli OGM di cui scrissi nella rivista Soil Association (organizzazione leader in Gran Britannia nell’ambito dell’organica). Le prime colture sperimentali OGM venivano piantate in Gran Britannia verso la metà degli anni ‘90 – per venire quasi immediatamente estirpate da una potente coalizione di attivisti di varie organizzazioni ecologiche. Queste operazioni risultarono così ben riuscite che le coltivazioni finirono per essere abbandonate, e i supermercati, a fronte di una campagna anti “cibo-Frankenstein” di primo piano, tolsero gli ultimi prodotti OGM dagli scompartimenti. A questo punto ero al pieno comando di una campagna contro il progetto del governo britannico di vietare la vendita del latte non-pastorizzato, prodotto principale della mia fattoria a coltivazione organica mista. Con solo 5mila produttori di latte non pastorizzato nel paese siamo riusciti, in qualche modo, a piegare il governo e continuare a vendere il nostro “Vero Latte” per la felicità di consumatori altrettanto determinati che ancora possono godere delle sue proprietà salutari ed effetti straordinari. Non appena diffusi le mie iniziative rurali tra i miei colleghi agricoltori organici nel 2000, ero già un esperto dedito alla lotta politica e all’attivismo nella società civile. Cos’è che ci fa voler sfidare i nostri oppressori in questo modo? La spinta costante ai nostri sforzi sembra derivare (per me) da un forte senso di “giusta indignazione” che erompe quando si scontra con gli spietati tentativi di metter a freno il meglio della vita. Questa indignazione è poi incanalata nella determinazione a non arrendersi, ed opporsi ad ogni tentativo di ostacolo e controllo delle nostre ispirazioni e iniziative creative.Fu così che nel 2000 ho preso l’importante decisione di accettare l’invito di Jadwiga Lopata di diventare co-direttore della “Coalizione Internazionale per la Protezione della Campagna Polacca” e impiegare molto del mio tempo in Polonia. Quasi da subito fu evidente che la Polonia era minacciata dalle insidie di imprese di OGM decise a introdurre nel sistema i loro prodotti senza che nessuno se ne accorgesse. Ne seguì un’incessante campagna di sensibilizzazione del pubblico e del mondo politico per combattere la minaccia.
L’entrata nell’Unione Europea della Polonia nel 2004 aprì le porte alle grinfie di mostri del business agricolo pronti a stabilirsi sul suolo polacco; e diede il là alle intense pressioni lobbistiche delle imprese di OGM sui parlamentari polacchi affinché permettessero la produzione commerciale di OGM nel paese. Facendo tesoro dell’esperienza maturata in Gran Britannia, suggerii di scacciare lo spettro degli OGM attraverso una campagna su scala regionale, piuttosto che cercare dei risultati direttamente dal governo centrale. Cominciò così una serie di attività davvero incredibile che si concluse 18 mesi più tardi con l’autoproclamazione ufficiale di “zona libera da OGM” da parte di ognuna delle 16 provincie polacche. Jadwiga si lanciò nella campagna con grande passione, con il cuore devoto alle pianure e alle dolci colline che intessono il mosaico dei piccoli appezzamenti agricoli e praterie selvagge in fiore della Polonia – ora sotto la forte minaccia di un inquinamento irrimediabile. In qualche modo siamo riusciti a intraprendere insieme e portare avanti un’iniziativa conclusasi con l’autodichiarazione di ogni provincia a negare la contaminazione dei propri alimenti e della propria biodiversità naturale da geni estranei, e l’annessa invasione di industrie straniere. Nel Maggio di quello stesso anno (2006), il presidente della Polonia – arresosi alle pressioni provinciali - firmò la dichiarazione che vietava l’importazione e il commercio di semi OGM, facendo della Polonia il primo paese in Europa (se non del mondo) a vietare ufficialmente la coltivazione di OGM. Un risultato straordinario! Racconto questa storia non per vanagloria, ma per mostrare cosa si può ottenere attraverso la determinazione e l’immaginazione e, per inciso, con il minimo di mezzi finanziari. Cosa dà forza e stabilità per compiere un’azione? Si comincia con un profondo sentimento di ribellione che cresce. Ribellione contro cosa? Ribellione contro la tremenda stupidità dello status quo. Contro l’immaginazione moribonda di chi viene eletto per prendere delle decisioni sulle quali si fonda gran parte della vita dell’uomo in questo pianeta. Questo senso crescente di profonda ingiustizia è un istinto dalle origini tipicamente umane. Un specie di doccia gelata come sveglia radicata nel più profondo del nostro istinto a sopravvivere e prosperare. Ma non si tratta solo di una ribellione personale. È una ribellione dello spirito stesso. Lo spirito che è il nostro vero io, e non il sonnambulismo accondiscendente che è la malattia dilagante degli individui indottrinati al consumismo di oggi, il fiume infinito di schiavitù rincretinita che paralizza e limita l’essere umano alla condizione di macchine o automi.Quando lo spirito stesso si ribella, siamo sulla strada per capire cosa significa essere “umani completamente”. Essere guidati da una forza che non conosce il significato delle due parole “Non posso”. È la vita stessa che parla attraverso di noi quando lo spirito si ribella e si rifiuta di essere confinato in un cul-de-sac o un divieto che divengono armi di fasulla autodifesa contro tutto ciò che conta davvero. E cosa conta di più che combattere ogni tentativo di istituzionalizzare il furto manifesto del nostro stesso DNA? Cosa conta di più che fare di tutto per evitare la mutilazione e la degradazione del pool genetico da cui dipende tutta la vita del pianeta? Lo spirito si ribella poiché riceve il messaggio che la sua stessa costituzione Divina sta per finire sotti i ferri di alcuni scienziati senz’anima. La sua stessa sottile essenza sta per passare attraverso una siringa di laboratorio. La sua innata santità ridotta a un semplice numero nella sterile linea produttiva di una casa farmaceutica. E noi che siamo tutt’uno con lo Spirito ci ribelliamo insieme ad esso. Certo che ci ribelliamo! E a difesa della nostra ribellione accorre in sostegno un esercito cosmico. Angeli si levano in volo dai loro soliti ruoli di messaggeri di gente troppo spesso sorda ai loro richiami - per illuminare il cammino che ci aspetta, a noi, spiriti ribelli della Nuova Resistenza. Siete scettici?
Ma è solo perché permettete che il vostro intelletto vi condizioni e preceda la vostra anima ricettiva. La vostra mente è occupata a bloccare la vostra essenza poetica – i vostri istinti più profondi. E nel frattempo, le forze dell’oscurità irrompono nelle loro risa forzate, pienamente consapevoli che il loro piano rimane incontrastato e indenne. Ridono mentre danno un altro giro di vite. Un'altra stretta verso l’imposizione di un matrix senz’anima disegnato e gestito dagli architetti del controllo stordente. Morale: Se te ne stai fermo e immobile la tua vita ti sarà portata via. Se milioni se ne stanno fermi e immobili, tutti i paesi diventeranno prigionieri degli architetti del controllo. Quando milioni se ne staranno fermi e immobili, allora il mondo intero cadrà in una condizione di abietta schiavitù. Guardatevi attorno. Questa è la situazione. L’antidoto al rimanere inermi è ribellarsi per evitare l’evoluzione di ciò che minaccia la santità della Vita. Non ci possiamo aspettare che chi vive con appena 2 dollari al giorno sia capace di intraprendere un’azione del genere. Ma sì che lo faccia chi vive con 100 dollari al giorno. È inutile ignorare questa verità. Vi ingannereste ancora di più così. Accettatelo e diventerete immediatamente ricettori degli Angeli della Buona Fortuna. E le forze invisibili che amano il nostro pianeta e amano l’umanità verranno in vostro soccorso per combattere gli oppressori di tutto ciò che c’è di Divino e Nobile nella vita. I buoni Spiriti abbracciano coloro che si sollevano per sostenere e salvare il nostro pianeta in difficoltà. Come è scritto nella bustina del tè che ho appena immerso nella mia tazza d’acqua calda “Le sfide ci rendono più forti”. Nella primavera del 2006 dunque, la Polonia ha fatto da apripista nel mondo, approvando una legge con cui si vietava l’importazione e il commercio di OGM. Il paese si è così risparmiato il destino che è toccato a USA, Spagna, Argentina, Brasile, India e altri stati i cui governi hanno deciso di permettere la piantagione di OGM e la contaminazione crociata che ne deriva. Ma la politica è pur sempre politica. L’anno successivo quel governo polacco fu succeduto da un altro con programmi ben diversi. Programmi dettati da grossi business, grosse case farmaceutiche e grossi profitti. La battaglia degli ultimi 5 anni e quella di oggi è di resistere, e vincere la battaglia anti-OGM attraverso la stessa linea che ha portato al divieto. É una dura battaglia, senza tregua e spesso esasperante; ma rimane un’assoluta necessità se vogliamo avere la possibilità di diffondere l’agricoltura ecologica su grande scala, e la possibilità di mantenere la catena alimentare libera da carcinomi tossici, e libera da quelle armi di distruzione di massa che impoveriscono la fertilità della terra, chiamate OGM. Cosa stiamo aspettando?
C’è bisogno di migliaia e migliaia di persone, chiamate ad unirsi nella lotta contro chi continua a bloccare le arterie della vita con ogni vile e astuto stratagemma per fare ostruzione e poter saziare la propria sete di guadagno, potere e controllo.Persino mentre la terra trema sul proprio asse, le magnetosfere si dilatano, gli uragani distruggono le coste, le montagne crollano e guerre e repressioni minacciano di schiacciare tutto ciò che ci è di più caro, dobbiamo rimanere forti di noi stessi con la forza e il coraggio che tiene in vita il nostro Universo. Poiché questo è il fuoco della vita – e se spegnessimo questo fuoco saremmo anche noi complici di affievolire l’energia dell’Universo di cui facciamo parte. È una responsabilità a cui non ci possiamo sottrarre. Non ci rimane altra scelta che mantenere vivo lo spirito di ribellione rispondendo alla ribellione dello Spirito, poiché è questa la nostra più intima e onesta guida, e nessuno può concedersi di ignorare la sua chiamata.