DI MARCO CANESTRARI
Così credi in quanto uomo che il dolore che senti venga dalla persona di fronte a te. Che il fastidio che senti venga da quel comportamento di quell’individuo di cui tu sei vittima, da quella frase, da quello sguardo, da quel messaggio.
Non c’è nessun dolore negli altri. Tutto ciò che senti è tuo.
Il dolore che vedi fuori di te è il dolore che hai dentro di te. Non c’è nessuno di esterno che ti sta accusando, nessuno che ti sta dando fastidio, nessuno che ti ha mai trattato male, nessuno che ti odia o che ti ama. Tutto ciò che senti lo stai sentendo dentro di te.
Se senti dolore, rimani con esso, fallo parlare, vuole dirti qualcosa, sei tu, sei tu quel dolore, sei tu che tenti di esprimerti, è il tuo cuore coperto dai ragionamenti che fai sopra ad esso.
Lascia che i pensieri che ti sembrano accompagnare il tuo dolore (“E’ colpa tua”, “Come farò a risolvere?”, “Non voglio stare così”) perdano di consistenza ed importanza.
Le persone che incontri, gli eventi che ti capitano, sono uno specchio di te, servono ad evocare ciò che hai dentro e non hai ancora guardato, che hai seppellito in fondo all’inconscio e non hai più tirato fuori,
Diventa consapevole di ciò e smetti di proiettare la sorgente del tuo dolore fuori da te.
Se smetti di fare questo, vedi che tu e il dolore siete una cosa sola, scompare ogni conflitto che avevi col dolore, ogni controllo che operavi sul dolore, ogni giudizio, ogni accettazione, ogni rifiuto.
Quando tutto questo smette, quando smette ogni tua attività sul dolore, allora colui che pensava al dolore scompare, rimane solo il dolore e tu diventi il vuoto all’interno del quale esso può manifestarsi senza che nessuno lo cavalchi o lo dichiari come “suo”.
In fondo come poteva essere diverso? Come potevi intaccare la perfezione di ciò che sei? Come potevi modificare un’emozione di Dio? Come potevi essere qualcosa di separato da te stesso?
Questo video bellissimo è stato appena girato qui a Veio. Godetevelo, insieme alle colline che fanno da sfondo al nostro essere pervasi dall’amore della fonte, dall’amore del Maestro, dall’amore della parte di noi che mai è oscura e sempre splende.
(Gianpaolo Marcucci)