venerdì 16 settembre 2016

La nostra Felicità è un Dono per Tutti - Domanda a Marco Canestrari

DI MARCO CANESTRARI


D. Fare quello che è giusto per noi può ferire altre persone? Ovvero, sono egoista se faccio il mio bene?

Assolutamente no, fare veramente quello che è bene per noi non è un’azione egoista e non può arrecare dolore o mancanza d’amore ad altri semplicemente perché una persona non può essere ferita da nessun altro se non da se stessa. Ascoltate bene: se un’altra persona si sente offesa è lei che ha voluto esserlo, e lo ha deciso molto prima delle vostre azioni, dunque voi non state portandole sofferenza, non siete voi a causare il suo dolore. Il dolore è una scelta e comincia all’interno, se vogliamo possiamo andare dentro di noi, riscegliere da capo e fermarlo in qualsiasi momento. Per favore non fraintendetemi, non sto dicendo che dovreste andare in giro a tagliare la gola a tutti perché tanto non generate malessere, invece sto dicendo che fare ciò che veramente volete, quello che è davvero meglio per voi, è una benedizione per tutto l'universo, è giusto per tutta l’umanità e vi dico anche che il motivo per cui ora soffrite è perché non lo state facendo abbastanza. Se vedete un problema o se sentite dolore è sempre perché non state volendovi abbastanza bene, e mai perché dovreste amarvi di meno. Avete pensieri sbagliati che dicono che se fate ciò che è benefico per voi, allora potrebbe ferire qualcuno e quindi non sarebbe qualcosa di completamente giusto. È falso! La sofferenza nasce e muore all’interno di voi stessi e non ha nulla a che vedere con le attività che accadono nel mondo esterno. Siete il solo cuore che vive nel mondo, se date ascolto alla vostra vera anima renderete felice tutto il mondo, iniziate quindi senza esitazione a percorrere la strada verso l’amarvi di più. Quello che è giusto per voi è quello che vi fa stare bene, per voi è positivo quello che è conforme al vostro sentire di cuore, quello che risuona bene alla vostra vera essenza e non invece ciò che è compatibile con le vostre idee o i vostri pensieri, in gran parte acquisiti ed errati. La cosa più giusta che esiste è la felicità, la prima azione da fare allora è ascoltare completamente quello che vi fa stare bene liberando la sensazione da ogni ragionamento o conclusione. Fate qualcosa che è interamente e assolutamente positivo per voi, non fate ciò che vi soddisfa solo in parte o solo temporaneamente e che lascia in voi una parte in ombra. La felicità può essere raggiunta solo tramite la comprensione che la sofferenza degli altri non è mai causata da voi e che voi non ne siete mai responsabili. Stando meglio vi sentirete più amati, più sicuri e avrete meno ansia, meno paura, meno dolore, meno rabbia, meno astio e meno rancore. Una persona che va verso qualcosa che la fa sentire bene con se stessa e con gli altri sta facendo un regalo a tutti quelli che ha vicino e intorno. Avere uno stato d’animo felice non ferisce nessuno, posso far male a qualcuno solo se sto soffrendo: “non riesco ad ascoltare te perché soffro troppo”, questo è quello che accade quando qualcuno sta male, è egoista e crea mancanze d’amore, l’amore chiede e lui non risponde perché è addolorato, non riesce a guardare fuori e non ha energia per farlo. Se sono depresso e rifiuto sempre le richieste d’amore degli altri, poi la sera vado a dormire e mi sento colpevole perché non ti ho abbracciato aggiungendo dolore al mio stato già debole. Se al contrario sto bene, posso rispondere costruttivamente a tutto l'amore che il mondo chiede, ti abbraccio e mi sento ancora meglio, so di stare facendo una cosa benfatta, che non porta sospesi e la sera dormo serenamente. Tutti alla fine verranno a ringraziarvi se ora fate qualcosa che è bene per voi, e io ne sarò felice.

Se voi vivete secondo ciò che è buono per voi, giusto per voi, che vi fa stare bene e qualcuno che soffre viene ad accusarvi sostenendo erroneamente che la causa di tale dolore è un vostro comportamento, in quel caso, se voi avete chiarezza e sapete che la sofferenza non può venire da alcuna azione, ma nasce sempre da chi la prova, sarete comunque sereni e non vi sentirete offesi né indeboliti qualunque cosa dicano gli altri. Se qualcuno ad esempio vi dice: “mi fai soffrire tremendamente, sei colpevole perché dovresti comportarti secondo i principi e le regole che io sostengo”, voi comprenderete perfettamente quello che succede, cioè che avete di fronte una persona sofferente e molto confusa, che ha bisogno di ancora più amore. Non crederete mai che qualcuno possa essere colpevole per le sue azioni e andrete da loro per aiutarli a stare meglio. Chi vi accusa va curato con la medicina dell’amore, non dovete credere alle loro accuse e cadere nel loro gioco smettendo di volervi bene e di fare ciò che è giusto per voi, altrimenti non li aiuterete mai. Loro vorranno farvi credere che la causa della sofferenza che provano viene da voi, e voi invece gli mostrerete che nessun dolore viene dall’esterno e che quindi possono tranquillamente smettere di farsi impaurire da chi sta male per occuparsi finalmente di se stessi senza sentirsi colpevoli. Infatti, la paura di essere responsabili della sofferenza altrui è sempre acquisita con l’esperienza, vivendo per un tempo più o meno lungo a contatto con il dolore di persone che proiettano la causa del loro malessere nell’esterno. Andate da loro e insegnategli che volersi bene è una questione completamente interiore, aiutateli a fare meglio ciò che è giusto per loro accompagnandoli nello stesso percorso che avete fatto voi, mostrategli come ascoltare meglio ciò che li fa stare bene e come sentire più in profondità che cosa stanno realmente chiedendo e cercando, finché sarà evidente anche a loro che, a farli soffrire, non era l’azione o il comportamento che stavano accusando.

Nessun evento esterno può determinare il nostro stato d’animo, siamo noi ad avere la chiave di casa nostra, se vogliamo facciamo entrare la sofferenza, se non vogliamo no. Non è mai giusto che qualcuno soffra, quando soffrite vi sbagliate e l’amore vi guarirà. L'amore e il perdono sono giusti, l'odio e l’accusa sono sbagliati.


Dal libro “Gesù Beve Redbull” di Marco Canestrari, una raccolta di trascrizioni relative a una serie di conversazioni recenti che ruotano intorno al tema dell’ascolto interiore.