* Vi Proponiamo un Estratto di una Interessantissima Diretta nel Parco *
Elena mi chiede di parlare di pace. Perché allora non celebriamo la pace, manifestiamo la pace, riveliamo la pace… invece che parlarne solamente?
La prima cosa che mi viene da domandarmi sulla pace è se può mai essere non manifestata, non rivelata. Può esserci mai una reale e concreta assenza di pace? Non c'è mai stata una reale esposizione alla vera luce, di assenza di pace. Non è mai venuta alla verità nemmeno un granello di assenza di pace, non è stata mai vista. A ben vedere, ad un vedere risvegliato, di fronte a Dio, di fronte a ciò che c'è, ad un vedere intelligente, non traumatizzato e non folle, non confuso, non è mai esistita l'assenza di pace.
Questa è la pace, una pace che non deve più pensare a niente, che non deve difendersi né deve preoccuparsi di essere mantenuta, una pace senza sforzo di esserlo ma soprattutto una pace senza coscienza di esserlo. Io sono la verità e non c'è nessuno che non sia verità. Non ci sei tu in un corpo che ancora devi saperlo, vederlo o esserlo. Questa storia che esista l’illusione e l’assenza di pace è stata tutta una burla, chi vi ha detto che vi mancava il risveglio e che bisognava realizzarlo vi ha fregato. Ciò che sei non può essere perso né trovato. Tutto è verità, ed è senza coscienza di esserlo.
Vogliamo farla finita con questa storia che ciò che sei può anche essere perso? Non ci può essere uno stato in cui sei più in alto verso Dio o più in basso verso la materia, più vicino o più lontano dalla verità, in cui ce l'hai di più o ce l'hai di meno. L'amore, che è ciò che sei, è qualcosa in cui tutti gli stati che hai avuto, precedenti e futuri, dimorano, ciò che sei include tutto. La tua visione soggettiva, è vista dall'amore e quindi anche tutte le sensazioni, gli stati di coscienza che ha quell'ipotetica persona che sarebbe in questa prospettiva soggettiva è qualcosa che è visto dall'amore, è visto da ciò che sei. Non è la persona che acquisisce qualcosa e si avvicina o si allontana da ciò che sei, è sempre ciò che sei che regna in tutti i tempi passati e in tutti i futuri e in tutti i luoghi e questo "ciò che sei" non è mai percepito, perché chi percepisce è sempre la persona.
Ciò che sei è una cosa che è sempre di più rispetto a ciò che senti, vedi, percepisci, tocchi, odori, pensi. La sensazione di estasi, di gioia suprema con l'idillio dell'amore è solo l'ombra della luce e la luce non si può guardare, non si può percepire, non si può leccare, non si può odorare. Ciò che sei, ovvero la luce, è qualcosa di così grande, di così esteso, di così potente, di così profondo, immenso, ancestrale, senza limiti di piano, senza limiti di vibrazione, senza limiti di sostanza, di composizione, di definizione, in cui tutto ciò che è percepibile è limitato sentito e definito.
Tu esisti, ciò che sei esiste, l'esistenza c'è, ma ciò che è percepito è una piccola parte di ciò che sei. Lo stato di coscienza più elevato che l'uomo può raggiungere, che sente, che percepisce è solo una parte molto limitata di ciò che tu sei. Nessuna cosa vista, sentita, pensata, toccata, nessuna esperienza o sensazione definisce mai ciò che sei.
Pensiamo solo al fatto che ogni sensazione e percezione è sempre inserita in un contesto temporale, ciò che sei è completamente al di fuori della struttura mentale che crea il tempo, ciò che sei è “di più”. Non mettiamoci dal punto di vista che ci fa dire io sono una persona e ho avuto uno stato bello forte e un altro debole. Tu sei tutto, il “vero se”, e non succede mai di essere meno forte, meno presente, meno centrato ecc.. perché quella cosa che tu sei è un posto che sgretola veramente le definizioni e gli aggettivi, le condizioni, gli stati e i paragoni. E’ un posto che più ci si avvicina ad un aggettivo e più diventa fatto di luce e viene dimenticato.
Tu sei quello. Tu sei ciò che dissolve e disgrega, tu non sei la persona che si avvicina e si deve dissolvere. Tu non sei la persona che si deve risvegliare nell'assoluto, tu sei l'assoluto. Iniziamo ad avere un modo di parlare, se me lo permettete, vero e non bugiardo.