lunedì 1 marzo 2010

La Colpa è di chi non ci Ama?

Di Gianni Agostino

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Quando si riscontra incapacità di amare, di trovare un partner, si pensa che tutto si risolva semplicemente lamentandosi e attribuendo la colpa della propria solitudine alla sfortuna o ad una serie di circostanze sbagliate. Continuando verso questa rotta si è destinati a rimanere delusi all’infinito, perché non si riuscirà a riconoscere l’anima gemella neppure quando la si incontrerà. La verità è che i momenti felici, le difficoltà, le emozioni, i litigi, tutto questo ha coinvolto persone che sono entrate e uscite dalla nostra vita. Sono stati i nostri bisogni, la nostra situazione, il nostro passato ad aver attirato su di noi le persone e gli eventi accaduti.

Quando due persone condividono esperienze intime divengono “entangled”, cioè si trasferiscono e condividono reciprocamente, informazioni associate a propri pensieri, stati emotivi (gioia, paura, rabbia). In questa interferenza reciproca, i soggetti più forti possono condizionare a livello emotivo e nel comportamento i soggetti più deboli. Tuttavia chi ama di “vero amore” è forte e centrato e non subisce condizionamenti. E’ forte e centrato colui che ama innanzi tutto se stesso. Prima di stabilire una qualsiasi relazione è importante capire di che persona si tratta, andando oltre le apparenze. Poiché una volta aperto un canale di “entanglement” con una persona, si continuerà a condividere con lei, parte di noi stessi. Provare amore e gratitudine per tutte le persone con cui si stanno avendo relazioni, fa bene a noi stessi, alla nostra mente, alla nostra anima, poiché ogni volta che creiamo una relazione affettiva e/o sessuale con una persona le diamo un grande potere su di noi ed otteniamo un grande potere su di lei. E’ un potere sottile ed impalpabile, si tratta di interferenze “sottili” in grado di condizionare anche a distanza, il nostro stato d’animo, la nostra volontà, i nostri pensieri. Un potere la cui natura sfugge alla comprensione razionale ma che coinvolge, in varia misura e senza limiti di spazio e di tempo i protagonisti della relazione. Tuttavia a livello spirituale non c’è differenza tra noi e gli altri, per questo non si può ferire qualcuno senza sentirci a nostra volta feriti, ne si può aiutare il prossimo senza aver aiutato anche noi stessi.

E’ per questo che diviene di fondamentale importanza, augurare il bene, provare amore e gratitudine con sincerità e dal profondo del nostro cuore, anche a tutti coloro con i quali abbiamo avuto relazioni, in modo particolare a coloro con le quali abbiamo avuto relazioni “difficili”. Ogni volta che disprezziamo, offendiamo o insultiamo una persona con cui abbiamo, o abbiamo avuto una relazione affettiva, offendiamo, disprezziamo ed insultiamo noi stessi. Ogni volta che pensiamo in maniera negativa della persona che ci siamo scelti, interferiamo negativamente su di lei e la condizioniamo a diventare ciò che crediamo di lei. Trent’anni fa M. Bachelet, presidente del Cile, riuscì a sopravvivere alla prigionia ed alle torture durante il regime Pinochet. Dopo questa esperienza il suo discorso fu il seguente : “Poiché sono stata vittima dell’odio, ho dedicato la mia vita a rovesciare questo odio e a trasformarlo nella tolleranza, nell’amore”. La storia testimonia che la nostra percezione crea la realtà che ci circonda e quindi spetta a noi essere grati o meno per ciò che la vita ci da. Tutti nella vita affrontiamo delle sfide e possiamo scegliere in che modo reagire.

Il tempo presente non è un tempo fuggevole, vuoto, transitorio. Lo è se non si coglie la sua profondità, la sua intensità, il suo essere l’occasione per le decisioni, per una scelta, per un atto d’amore.

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