DI MARCO CANESTRARI
IL DISINTERESSE PER LA POLITICA
Spesso sentiamo dire: "Non mi interessa la politica perché i politici sono tutti uguali e pensano prevalentemente ai loro interessi, tanto non cambierà mai niente, io preferisco occuparmi di altro". Vediamo in che maniera si favorisce questo modo di pensare e soprattutto chi ci guadagna da un atteggiamento di questo tipo su scala generale.
Per favorire questo atteggiamento la popolazione deve sentirsi esclusa dalle decisioni del paese, gli devono mancare gli strumenti necessari per farsi un idea critica e completa sui problemi e sulle soluzioni del paese e devono mancare anche gli strumenti per partecipare direttamente ai cambiamenti che vuole vedere. Devono mancare le informazioni critiche necessarie per valutare ogni singolo problema con una visione d'insieme. Le fonti d'informazione che arrivano a tutti, quelle che possono aggregare le idee e produrre un consenso ampiamente condiviso devono essere esclusivamente quelle dei media. Tutti conoscono la versione ufficiale dei media che produce un senso comune generalizzato, però nessuno può avere una visione d'insieme delle singole idee spontanee dei cittadini.
Tutto quello che la popolazione può fare, per legge, è scegliere l'immagine di una persona, un simbolo o un partito e delegare il potere a questa persona per un certo numero di anni. Il partito avrà anche la facoltà di creare alleanza, stringere accordi, sciogliersi in altri partiti. Noi dobbiamo aspettare sperando che qualcosa vada bene e fidarci. Se vediamo che non abbiamo la possibilità di arrivare a delle soluzioni definitive per il paese e questa facoltà di scelta non ci risolve i problemi mutevoli che abbiamo momento per momento, allora perdiamo interesse, ci rassegniamo e andiamo verso la passività sociale.
Se le persone che vorrebbero scegliere in maniera intelligente, accurata, approfondita diminuiscono perché perdono interesse per la politica e non partecipano più in nessuna maniera ai problemi collettivi e se invece aumenta la maggioranza relativa delle persone che non hanno interesse, quelle che scelgono in maniera superficiale, seguendo il senso comune o gli istinti superficiali... chi ci guadagna?
Disinteressarsi alle attività collettive e politiche da vantaggio a chi può controllare i media, a chi può arrivare su larga scala a quella fascia di popolazione che sceglie in maniera superficiale ed è quindi più manipolabile dal sentito dire, dal senso comune o dagli istinti più primitivi del branco... la parte della popolazione che più facilmente è influenzabile dai media.
Istat 2009: LA PARTECIPAZIONE POLITICA
Differenze di Genere e Territoriali
Il 23,3% della popolazione di 14 anni e più non si informa mai di politica. Si tratta, in valori assoluti, di quasi 4 milioni di uomini e di 7 milioni 847 mila donne. La televisione è il canale di informazione che in assoluto viene utilizzato di più (93,5%). La televisione è il canale informativo che, da solo o con altri canali, è presente nelle scelte di informazione più diffuse. Per il 23% dei cittadini che si informano di politica, inoltre, è anche l’unico.
FONTE: ISTAT