DI MARCO CANESTRARI
C'è una forte sete di conforto, di sicurezza, di affetto e la maggior parte di noi la cerca nell'altro, in un altra persona, o meglio nell'idea che uno si fa dell'altra persona. E quando la trova crea un legame di dipendenza, perché l'assenza di quel conforto crea sofferenza. Quindi si ha paura di ogni cosa che possa minacciare questa simbiosi, fino a non poter nemmeno immaginare una vita senza l'altra persona.
Una persona va osservata per quello che è, cioè in assenza di dipendenze o di antidolorifici. Un tossicodipendente è l'uomo che si nasconde dentro alla sua dipendenza, è l'uomo che rimane quando è da solo, senza la sostanza. Se lo guardassimo un minuto dopo che si è fatto la dose lo troviamo felice, appagato, divertente e a volte amorevole e altruista, come tutti noi nel momento che siamo tranquilli perché soddisfatti e appagati. Ma quello stato è temporaneo e indotto dalla sostanza, quello stato è dipendente dalla sostanza, quindi non è "l'uomo". L'uomo lo possiamo vedere solo nel momento che è da solo, senza aiuti esterni. E spesso il tossicodipendente, in assenza della sostanza si rivela incompleto, sofferente, mancante, smarrito, e quindi a volte anche violento con se stesso o con gli altri.
Ma cosa è una persona senza questa dipendenza? Cosa è una persona senza questa base? Senza nessun antidolorifico, senza quel piacere e soddisfazione dato dall'altra persona che inebria e coinvolge e che spesso da il senso ultimo alla vita? Senza legami affettivi ne affetti, da sola nella propria solitudine, di fronte a ciò che è veramente, cosa troviamo? Una persona nella sua vera essenza, spogliata di tutto, in assenza di appoggi emotivi tanto cercati, come è fatta? Una persona a cui viene solo minacciato il suo grande rapporto di sentimento, come si rivela? Nell'immaginarsi sola di fronte a quello che è? In quel caso troviamo la stessa Premura? Lo stesso Affetto? la stessa Attenzione? Cura? Umanità? In una persona che immagina sia minacciata la propria dipendenza affettiva. Troviamo la stessa Sensibilità di quando è invece sicura del suo legame? La stessa Affidabilità, Onestà? Troviamo Bontà e Altruismo? Queste sono le qualità fondamentali che caratterizzano una persona nella sua vera base.
Abbiamo mai visto una persona in assenza di questo legame affettivo tanto cercato, oppure in condizioni in cui questo suo rapporto è minacciato e per qualche motivo lo sta perdendo? In quei casi, non abbiamo mai visto la persona come può essere egoista, chiusa, insensibile, e a volte anche cattiva e violenta verso l'oggetto che minaccia la sua stabilità affettiva? Ad esempio quasi sempre non proviamo affetto, e non parliamo con contatto onestà e amore verso la persona che ci porta via il partner, e anche verso il partner stesso che ci abbandona. Anzi spesso proviamo un distacco e una chiusura. Non si è amorevoli nel momento che abbiamo la nostra persona e tutto il nostro io ferito e sofferente a causa della nostra importantissima soddisfazione negata, ad esempio quando si viene lasciati dal marito o traditi. Quindi il nostro affetto dipende da ciò che gli altri fanno a noi? da come si comportano? Da quanta sicurezza, amore e tenerezza ci danno? Non siamo capaci di amare senza condizioni? Di essere aperti, sinceri e avere contatto sia con chi ci appaga che con chi ci tradisce le nostre soddisfazioni? Ecco come è fatto l'uomo: solo in assenza di dipendenze possiamo evidenziare le sue caratteristiche più profonde e sincere.
E non abbiamo mai visto, una persona dopo aver passato una profonda crisi per un distacco affettivo (ad esempio il marito lascia la moglie per un altra o viceversa), Cercare un altro legame altrove (magari con il bagaglio di una ferita e con più difese), e una volta trovato il legame, la stabilità e la tranquillità che si cerca. Non abbiamo mai visto al persona riconquistare uno stato dove di nuovo ci può essere dialogo, apertura, sensibilità e altruismo? E si ritorna in uno stato di apparente civiltà? Ma sempre dipendente dal legame affettivo con l'altra persona su cui, praticamente si ripone ogni aspettativa e tutto il proprio essere. La ricerca e la necessità di questo legame, insomma è più profonda delle caratteristiche che dicevamo prima per cui possiamo giudicare una persona Sensibile, onesta, altruista, chiara, coerente e affidabile.
Dove il legame viene minacciato, tutte queste caratteristiche della persona vengono minacciate, quando invece il legame è sicuro la persona si comporta bene. Queste caratteristiche quindi non sono intrinseche della persona ma sono dipendente dallo stato del legame affettivo che hanno con l'altro. Senza di esso sono mancanti, non hanno la forza ne la voglia di essere chiare oneste sincere affidabili aperte eccetera. Una persona vera e sincera fino in fondo dovrebbe esserlo in tutte le circostanze, e non solo nelle circostanze dove si ha quello che si vuole.
Non c'è umanità in condizioni di dipendenza, non c'è sincerità, non c'è vicinanza ne contatto e l'affetto è solo frutto di un baratto. In ultima analisi tutta la sincerità, la disponibilità, l'apertura, il contatto e la vicinanza c'è solo in funzione di quello che si vuole ottenere in termini ad esempio di: legame duraturo, protezione affettiva ecc. su cui si ripone la base di tutti i nostri sentimenti e tutto il nostro essere. Se si toglie la base o se solo si minaccia la base, e non si ha più quel guadagno emotivo che si cerca, non si ha più quel piacere, quella tranquillità e soddisfazione, allora si torna ad essere quello che siamo sempre stati nel profondo: Delle Bestie. Senza il guadagno cosa siamo? Siamo Premurosi? Sensibili? Ci interessa essere premurosi sensibili affidabili e sinceri? O perdiamo interesse ad essere altruista o onesti o affettuosi fino a che non riconquistiamo quel guadagno che cerchiamo? Questa nostra dose di ossigeno di cui abbiamo bisogno per comportarci come se fossimo sensibili e ascoltassimo l'altro? E allora c'è un vero ascolto se noi ascoltiamo solo in funzione di un guadagno? Se noi lo facciamo in funzione di una cosa in cambio, possiamo dire che in profondità, al di la di tutto, siamo persone che ascoltano? Che abbiamo contatto con l'altro? Se abbiamo bisogno di un "ritorno" o della speranza di un "ritorno" per essere aperti e ascoltare in profondità e darsi come si da una persona innamorata. Se nella nostra profonda essenza non abbiamo un ascolto e un affetto incondizionato, come possiamo avere un contatto libero da vincoli e ricompense, e senza un contatto e affetto costante e indipendente da ciò che otteniamo in cambio dall'altro, come possiamo Amare veramente? L'amore è frutto di un baratto? Possiamo chiamare amore un rapporto che esiste solo in certe condizioni di guadagno? Se chiamiamo amore un qualcosa che è temporaneo e finisce quando finisce il guadagno e la sensazione piacevole, allora stiamo indicando una semplice sensazione, magari molto coinvolgente, ma solo una sensazione egoistica. Una reazione ad un insieme di stimoli con una causa ed un effetto, se togliamo la causa non c'è più l'effetto. Noi ci vogliamo illudere di avere un contatto, e ci comportiamo come se lo avessimo, solo nel caso in cui otteniamo o speriamo di ottenere il nostro guadagno, altrimenti perdiamo interesse anche in un contatto e ci sforziamo in un altra direzione.
Quanta solitudine vedo, mancanza di contatto a tutti i livelli profondi. Vedo scambi, baratti, un mercatino delle pulci. Che pochezza, che aridità, un deserto sconfortante. Ovviamente anche in me, mi ci metto dentro, il Deserto è l'uomo. Non credo che in vita mi ritirerò in una illusione, chiudendomi in una scatola in mezzo al deserto. Non è amore se ci sono delle condizioni. Non è amore se si fa solo in funzione di un guadagno, non è amore se si è così solo finche abbiamo il nostro tornaconto. Non chiamiamolo amore. Spesso si idealizza un rapporto dove si ha il massimo guadagno emotivo e appagamento affettivo, e si confonde qual rapporto basato sulla propria soddisfazione e su proprio piacere con l'Amore. E spesso, data l'estrema estasi dei sensi, gli si danno anche caratteri divini o soprannaturali. Un rapporto dove tutto è in funzione di questo scambio non è Amore, non è proprio un contatto. Si lamenta mancanza di Amore, in realtà si lamenta mancanza di soddisfazione e piacere. Si lamenta mancanza di bistecche al supermarket.
Ne vuole un bel pezzo magro vicino all'osso? Sono 6 etti che faccio lascio? Venghino signori al supermarket dell'amore. Se si vuole usare la parola Amore dovrebbe essere usata per qualcosa che esiste incondizionato ed eterno. Non per qualcosa che si fa solo nel periodo che si ottiene qualcosa in cambio. Infatti io non abuso di questa parola. Cosa siamo senza quel conforto affettivo e sicurezza che bramiamo così profondamente? Cosa siamo senza quei piaceri temporanei e palliativi? Nella nostra solitudine, senza aiuti esterni cosa siamo? Siamo pieni di smarrimento e paura, incompleti e incoerenti. Quello che uno è: sincero o disonesto, egoista o altruista, affidabile o bugiardo, violento o premuroso, sensibile o arido.
Quello che una persona è in profondità, lo è sempre, sia quando ha un guadagno o una ricompensa sia quando è da solo, nel momento in cui tutto il suo mondo materiale e affettivo crolla.
Quello è l'uomo... E da li si può iniziare ad avere un contatto, uno scambio, e solo da quel contatto può nascere una scintilla di vero affetto.