DI GIAMPAOLO DACCO’
Molte aziende dei paesi scandinavi, soprattutto in Svezia, possiedono strutture adatte per venire incontro alle esigenze dei lavoratori. All'interno di queste grandi società prevalentemente di tipo terziario, aventi filiali in varie parti del mondo, esiste una realtà sociale all'avanguardia.
Sono stati inseriti ad esempio alcuni asili nido o nursery per sopperire il distacco fra il genitore ed il figlio, quando questi è troppo piccolo e non si hanno supporti famigliari o denaro a sufficienza per permettersi una baby sitter. Ci sono appartamenti dati in affitto con spese sostenibili in base alle esigenze famigliari, quindi monolocali per una persona o bi-trilocali per famiglie in trasferta, comprese le coppie gay. Lavanderie e stirerie si trovano negli scantinati, evitando così spese di consumo individuali, vengono gestite dagli inquilini con orari e giorni per nucleo, la spesa viene equamente divisa dai componenti del caseggiato. Alcune grandi aziende hanno all'interno anche un centro ricreativo dopo-lavoro, spesso completo di palestra, sauna e sale lettura. Molti lavoratori provenienti da altri paesi europei, si sono adattati quasi immediatamente a quello standard di vita più sostenibile, trovandosi di fronte ad una realtà diversa da quella media di origine, nella quale si constatata un livello lavorativo e sociale di molto superiore al nostro. La mancanza di discriminazione sessuale di questa realtà scandinava va certamente presa in considerazione, per esempio un individuo dichiaratamente omosessuale che incontri il o la propria compagna di vita in azienda o in una delle società, queste si premuniscono di trasferire la coppia in un bilocale più adatto alle loro esigenze, senza pregiudizi di sorta.
Ciò che manca nella realtà lavorativa italiana sono queste basi alle quali ogni persona dovrebbe aver diritto, anziché sobbarcarsi di mutui ormai quasi inaccessibili ai più e spostamenti casa-lavoro allucinanti che possono durare anche diverse ore. Si dovrebbe garantire al lavoratore un’assistenza sociale degna, comprensiva di un’abitazione e tutela di figli, in questo caso lo stato mediante leggi appropriate, dovrebbe sovvenzionare incentivi ed aiuti a queste società, in modo che vengano tutelati gli interessi sia dei dipendenti che dei proprietari. Inoltre un contratto di collaborazione fra le aziende, in parte ammortizzerebbe questi costi di gestione con l’inserimento di strutture simile a quelle citate sopra, forse non si potrà pretendere un centro ricreativo all’interno della ditta ma si sopperirebbero le numerevoli difficoltà che un lavoratore va incontro ogni giorno. Ci si rende conto che non è un piano di attuazione a breve termine ma il nostro Paese ha bisogno di un cambiamento in questa direzione, la realtà lavorativa in cui viviamo non può più essere l’unica possibile ed è un meccanismo che ormai non funziona più. Oggi questa è fatta solo di tagli alle categorie dei lavoratori ed alla scuola, rendendole ancor più deboli di quanto sono ora e sottraendo parte dei pochi diritti che sono stati guadagnati negli anni passati.
Ancor oggi il modello dei paesi avanzati non viene preso in considerazione, per cui non è garantita sicurezza e neppure un abitazione. Potrebbero sembrare richieste esagerate, ma se ci si pensa, queste sono le reali basi per una situazione lavorativa concreta ed adatta che ogni persona dovrebbe avere. Una presa di coscienza collettiva di tutti noi lavoratori italiani potrebbe dare l’inizio di una svolta decisiva all’attuale problema dell’occupazione, mettendoci allo stesso piano del modello scandinavo, che altrimenti resterà solo una vana attesa.