DI RUGGIERO LAURIA
Un politico sperpera i soldi dei contribuenti, un' industria inquina l'ambiente, un passante assiste ad un furto e fa finta di non vedere, una persona va al supermercato e compra un prodotto senza sapere come e da chi è stato prodotto, un elettore vende il suo voto per 50 euro, le assicurazioni fanno cartello ed alzano i canoni, i benzinai aumentano il prezzo dei carburanti prima dei grandi esodi, un automobilista getta una bottiglia dal finestrino, un padrone abbandona il suo cane. Tutti gesti apparentemente sconnessi ma in realtà dettati dallo stesso atteggiamento, miope ed egoistico, limitare la sfera delle proprie responsabilità senza approfondire le ripercussioni che le nostre azioni, o omissioni, hanno sugli altri.
A volte non è facile perché viene volutamente alzata una cortina di fumo per impedire ad informazioni pericolose di circolare; certo ad una banca non fa piacere che si sappia che investe il denaro raccolto in armi e finanziando guerre, o ad una famosa casa d'abbigliamento che le proprie fabbriche sono state opportunamente impiantate in paesi sottosviluppati dove c'è grande disponibilità di lavoro minorile a bassissimo costo, o anche ad un allevatore di pollame che ha spostato gli allevamenti in estremo oriente per poter utilizzare farine alimentari che qui in Italia erano vietate, e la lista è molto ma molto lunga. In realtà informarsi è stancante e poi quel pollo costa così poco, quelle fantastiche scarpe da ginnastica hanno un prezzo davvero stracciato ed i titoli della mia banca hanno avuto un ottimo rendimento quest'anno. E così diventiamo praticamente complici e quando vediamo gli orrori della guerra, comodamente seduti sulla nostra poltrona, o quei poveri bambini, strappati ai loro giochi per ammazzarsi di lavoro 18 ore e guadagnare meno di un dollaro al giorno non ci rendiamo conto che siamo noi, in prima persona, a consentire che questo accada. Questa gente conta sulla nostra inerzia, sulla nostra pigrizia, sulla nostra avidità, sul nostro egoismo, perché se così non fosse finirebbe tutto, il meccanismo si fonda su questo.
Ma ricordiamoci che ogni problema porta con sé anche la sua soluzione, produce delle controreazioni ed alla fine la nostra comoda poltrona, non sembra più essere tanto comoda, perché fa comunque parte di una casa, che sta in un palazzo, che sta in una città, che sta in una nazione, che sta nel mondo, e quando questa povera gente viene a bussare alle nostre porte per reclamare la sua parte di benessere, disposta a tutto pur di averla, è difficile rimanere trincerati a lungo. E quando i nostri vicini di casa restano senza lavoro perché c'è la globalizzazione, le nostre buste della spesa stracolme e il nostro splendido SUV vengono guardati con occhi iniettati di sangue. Quando una città si trova sommersa dalla spazzatura, qualcuno deve pur prendersele le proprie responsabilità perché è difficile continuare a fare finta di niente. Anche singolarmente possiamo fare moltissimo se iniziamo a prenderci le nostre responsabilità, informandoci possiamo a nostra volta diventare vettori di preziose informazioni; con il nostro esempio possiamo gettare il nostro piccolo ponte verso l'altra sponda ed insegnare ad altri come si fa. Impegniamoci, informiamoci e condividiamo con gli altri, facciamo in modo che le nostre idee si trasformino in azioni concrete in modo che sia più facile imitarci.
Prendiamoci le nostre responsabilità prima che le nostre irresponsabilità vengano a prendere noi