martedì 7 giugno 2011

Forza Italia(ni)

DI VALERIO PASSERI

refe

Il 12 e il 13 giugno si va a votare per i quattro referendum. Ormai è cosa nota a molti italiani, grazie all’attivismo in rete ma anche sul territorio tramite volantini, manifesti e passaparola. Si vedono macchine con affissi cartelli che fanno riferimento ai 4 “si” da apporre su i quesiti del referendum, bandiere pro acqua pubblica e contro il nucleare affisse sui balconi dei palazzi... insomma sembra quasi che l’Italia abbia vinto i mondiali! Certamente non vi è possibilità di paragone in termini di importanza tra le due cose, eppure mai mi era capitato di percepire sul territorio italiano un simile entusiasmo e coesione, se non appunto per le partite della nostra nazionale di calcio. Questa volta invece si parla di questioni che riguardano la vita di tutti e che richiedono un impegno – quantomeno in termini di passaparola – ad ogni cittadino per diffondere i contenuti del referendum che per troppo tempo le TV hanno “dimenticato” di comunicare.

Il dato interessante è proprio questo attivismo di massa; messi davanti a qualcosa di concreto da poter fare molti si sono rimboccati le maniche ed hanno cominciato a mettersi a lavoro. Abituati a partecipare alla cosa pubblica in maniera passiva o tutt’al più a muovere proteste, che troppo spesso ricordano battaglie contro mulini a vento, contro palazzi e istituzioni chiusi e sordi ad ogni grido, molti di noi hanno scoperto - o riscoperto - la passione e l’entusiasmo che Hegel definiva come “la condizione perché dall'uomo nasca qualcosa che abbia valore”. Ovviamente siamo ancora lontani da scenari di cambiamento reale, ma questa effervescenza fa presagire un progressivo miglioramento. Sperando che il quorum venga più che ampiamente raggiunto e superato, dando una forte scossa positiva alla democrazia italiana, il passo successivo sarebbe riuscire ad appurare che da questa esperienza di quasi-democrazia diretta, sia nata una nuova consapevolezza da parte di molti cittadini sull’importanza della partecipazione e della propositività. Che si sia compreso che rimanere con le mani in mano non solo sia inutile, ma anche dannoso, che se si vuole un cambiamento bisogna cominciare noi stessi a fare, a iniziare, anziché fermarsi a protestare o proporre cose che nessuno farà al posto nostro, che si possa prendere quest’avventura da esempio sul come agire. Inoltre che questa sia stata un’occasione per comprendere quanto potenzialmente la rete possa aiutare la democrazia; come già detto infatti, tutti quelli che si sono mobilitati, quasi tutta l’informazione che abbiamo avuto a disposizione per sapere l’esistenza del referendum, nonché dei suoi contenuti, la dobbiamo in maniera quasi esclusiva al web.

Insomma il miglior augurio che si possa fare, ed è la cosa che noi tutti dobbiamo impegnarci a realizzare, è che tutta questa forza propositiva terminato il referendum non vada a disperdersi di nuovo, bensì si canalizzi verso nuove iniziative che portino vantaggi a tutti, senza colorarsi di fazioni politiche, che servono soltanto a dividere e disperdere energie preziose.

L'articolo ti è piaciuto? dagli visibilità Cliccando su OK!!