venerdì 16 marzo 2012

Lasciate Ogni Speranza, Voi Ch’Agite

DI VALERIO PASSERI

lasciate_spem

Si parla ormai costantemente della possibilità di uscire da questa crisi economica che “ci ha colpito”.  L’unica soluzione che ci si sente propinare da TV e media ufficiali che fanno da cassa di risonanza a politici e tecnici, può essere riassunta nelle parole “speranza” e “sacrifici”. Bisogna gettare lacrime e sangue – per continuare ad usare parole ricorrenti – per avere speranza. Ma la speranza è qualcosa che si realizza concretamente o funge da “oppio per i popoli”?

Sperando in un avvenire migliore, che non arriverà mai, si accettano cose che normalmente non si accetterebbero. Continuare a fare sacrifici, seppur con la promessa di un domani felice, porta frustrazione e smarrimento. Frustrazione che necessariamente poi dovrà essere riversata contro qualcun altro. Questo qualcuno però non sarà di certo colui che ci offre speranza –senza il quale ci sentiremmo persi – ma sarà l’emigrato,  qualcuno che faccia parte di una categoria sociale che sentiamo antagonista o più semplicemente la prima persona che ci rivolge la parola. Queste tensioni sociali portano conflitto sempre contro l’ “altro”, perché magari questi sta meglio di noi e quindi bisognerà tentare di “farlo fuori” per prendere il suo posto. In situazioni di crisi non si ha tempo per guardare al problema, non si cercano soluzioni per risolverlo, si cerca di sopravvivere a discapito degli altri aspettando che il politicante economista di turno ci risolva tutto, come promesso. La crisi porta alla disgregazione sociale. Un popolo diviso, fatto soltanto di singoli, non riesce ad agire propositivamente, ognuno può solo tirare a campare, sperando che la prossima vittima del sistema non sia lui, ma magari il suo vicino. Pensare di dover abbandonare ogni speranza per andare avanti, può sicuramente recare spavento, in quanto siamo abituati a pensare che senza speranza, ci si pari davanti la realtà nuda e cruda da accettare per quella che è, anche se non ci piace.

Invece è proprio senza rifugiarci dietro una prospettiva che non si attuerà mai da sola, senza delegare il cambiamento a qualcun altro e ad un altro tempo diverso da adesso, che saremo in grado di migliorare la nostra vita e questo sistema politico, economico e sociale. Se si smette di credere a promesse e speranze propinate dall’alto, l’unica cosa che rimane da fare è agire proprio ora. E quando si comincia ad agire il cambiamento è già arrivato.

L'articolo ti è piaciuto? dagli visibilità Cliccando su OK!!