venerdì 26 ottobre 2012

La Democrazia Diretta nella Famiglia

ESTRATTO DA UN TESTO DI  AKI ORR

strict-parents[3]

La gran parte delle famiglie nel mondo vede sempre uno dei due genitori in posizione dominante. Quasi ovunque sono i maschi che decidono le questioni più importanti e soprattutto quelle inerenti i rapporti sociali della famiglia con l’esterno. Le donne sono lasciate decidere le questioni interne minori, soprattutto quelle inerenti l’accudimento dei bambini – ma devono comunque ubbidire ai maschi anche quando la loro opinione è contraria. A loro volta, i bambini sono tenuti ad ubbidire ad entrambi. Questo significa che la maggior parte delle donne, e tutti i bambini, non sono liberi, perché non vivono secondo le loro proprie decisioni.

Tradizioni e religione concorrono a sostenere questo schema famigliare e sociale di dominio, facendone un modello
. Molte donne, condizionate da tradizione e religione, accettano e giustificano questo modello di organizzazione interpersonale. Tuttavia sino a che le donne non saranno libere, nemmeno gli uomini lo possono essere, poiché sono dominati dalla loro ossessione per il ‘dominio’. Il ‘modello del dominio’ condiziona i suoi aderenti rendendoli o dominati o dominanti. Molti cercano di passare dalla posizione del dominato a quella del dominante. Il modello del dominio però rimane intatto. La battaglia contro questo modello di organizzazione famigliare e sociale non va rivolta contro le persone, ma contro il dominio. Se le donne da dominate diventano dominanti esse hanno invertito soltanto i ruoli, ma mantenuto intatto il modello del dominio.

Alcuni individui diventano dipendenti da questo modello, sia come dominanti che come dominati. Il dominio degli adulti sui bambini – a casa, all’asilo, a scuola, in collegio – fa parte di questo stesso modello. Il modello relazionale basato sul dominio crea un carattere servile nei bambini, che una volta divenuti adulti ripeteranno l’identico modello che hanno subito ed imparato sin dalla prima infanzia, cercando a loro volta di dominare altre persone, oltre che i propri figli. Gli individui così condizionati cercheranno sempre qualcun altro da dominare. In questo modo il modello del dominio perpetua il proprio modello nelle famiglie e nella società, sino all’estremo del fondamentalismo. Le famiglie organizzate secondo questo modello condizionano i loro bambini a diventare cittadini che accettano acriticamente i capi, gli esperti, i funzionari di sindacati, i preti, i rappresentanti politici e lo Stato. Tutti costoro accettano il dominio come inevitabile, “naturale” e necessario, e cercano di dominare gli altri. Soltanto interrompendo il modello del dominio si potrà rompere questo circolo vizioso. Oggi possiamo sostituire il modello del dominio con un modello di autonomia coltivando l’indipendenza, non il servilismo di TUTTI i membri della famiglia.

La Democrazia Diretta abolisce il ‘Principio del Dominio’ inserendo al suo posto un Principio di Autonomia: nella Politica, nel lavoro, nell’educazione scolastica ed in quella famigliare. ‘Auto’ significa ‘di se stesso’; ‘Nomos’ significa ‘norma’. ‘Auto-nomia’ significa vivere secondo le proprie norme. Secondo il Principio di Autonomia ciascuno governa soltanto se stesso, e lo fa rispettando l’autonomia degli altri. All’interno della famiglia questo significa che i genitori rispettano – e coltivano – l’autonomia reciproca e quella dei loro figli. Questo non vuol dire che i figli siano lasciati fare tutto ciò che vogliono o che siano lasciati a se stessi. Sono invece educati a rispettare l’autonomia degli altri. Il rispetto per gli altri non è questione di eredità genetica ma viene acquisito attraverso il feed-back familiare. Gli adulti che hanno più esperienza devono guidare il bambino (il livello di guida dipenderà dall’esperienza già acquisita da quest’ultimo) verso una propria autonomia.

Chi guida deve evitare di dominare; si dovranno indicare i limiti ai desideri del bambino e si dovrà coltivare l’abilità del bambino a decidere dentro quei limiti. Coltivando l’autonomia del bambino e il suo rispetto per l’autonomia degli altri, noi genitori formeremo individui responsabili con priorità antropocentriche, capaci di creare una società condivisa e sostenuta da tutti i cittadini, a tutto vantaggio della comunità, della società e dell’umanità.



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