martedì 22 gennaio 2013

Un Nuovo Sistema Economico: I Livelli D’accesso

TRADOTTO PER ECV DA FABRIZIA BELTRAMONE

the-future

Qualsiasi nuovo sistema economico deve essere fondato sul principio dell’efficienza delle risorse, con l’obiettivo di utilizzare al massimo ogni singola unità di materia prima usata.

Un sistema economico che non conferisca il giusto valore alle materie prime (combustibili fossili, foreste, acqua, ecc.), basato sulle capacità rigenerative della Terra, è per sua natura imperfetto in una prospettiva di sostenibilità. I costi del ricambio delle materie prime, oltre a quelli della loro estrazione, sollevano un quesito che molti probabilmente non si pongono: come si ricambia un barile di petrolio? Il presente sistema economico - basato su un’efficiente distribuzione del capitale – può essere corretto e reso più sostenibile attraverso un cambio drastico e radicale delle regole del mercato. Per esempio, si potrebbe prendere ogni bene derivato dalle materie prime e calcolarne il valore in base alla quantità di energia solare necessaria per crearlo. Questo farebbe salire il prezzo dei combustibili fossili alle stelle, dal momento che il loro costo di ricambio si misura su un arco di tempo di milioni di anni; in questo modo però, si otterrebbe il risultato sperato solo per vie secondarie. Il capitalismo usa lo stesso metodo indiretto per produrre alti standard di vita attraverso un’efficiente distribuzione del capitale. Ma è questo il metodo migliore? L’applicazione di cambiamenti regolatori a breve termine, come quelli citati di seguito, dovrà essere inserita all’interno di un piano di transizione di un sistema economico globalmente sostenibile basato sul principio chiave di un’efficiente distribuzione delle risorse naturali. Prima però, è necessaria una fondamentale trasformazione sociale, cioè la sostituzione del principio di “proprietà” con quello di “accesso”. Prima che venga etichettato come comunista, voglio precisare che un sistema basato sull’ “accesso” non significa “accesso indiscriminato”. Immaginiamo per un momento un ipotetico mondo senza proprietà, in cui tutti i beni, le terre, i patrimoni e le risorse naturali appartengano a tutta l’umanità, per essere custoditi dalla generazione attuale.

Agli occhi di un occidentale - per il quale la proprietà è il principio fondamentale su cui si basano l’economia e lo stato di diritto – tutto ciò sarebbe assurdo. Ma poniamoci una domanda: l’utilità deriva dal possesso, o dall’utilizzo di qualcosa? Volete possedere una Ferrari o guidarla? Volete possedere delle scarpe o indossarle? Volete possedere la musica o ascoltarla? Se ci pensiamo, tutti i benefici delle cose materiali derivano dal loro utilizzo, non dal possesso; essere proprietari di qualcosa significa pulirlo, mantenerlo, proteggerlo, cambiarlo, sbarazzarsene, comprarlo e venderlo. Utilizzare qualcosa non richiede altro che il suo utilizzo oltre, ovviamente, di prendersene cura mentre è in nostro possesso: dopo tutto è molto meglio guidare la moto d’acqua del nostro amico dopo che l’ha comprata, conservata, mantenuta, trasportata, portata al molo e rifornita di carburante. La proprietà richiede lavoro e spese, usare qualcosa no. È poi così irresistibile, quindi, l’idea di possedere qualcosa? Il concetto di proprietà è così radicato che è ormai parte integrante della nostra cultura. Ma cosa succederebbe se cambiassimo il nostro sistema economico, sostituendo la cultura della proprietà con quella dei livelli d’accesso? Un sistema economico del genere potrebbe essere simile ad un gioco in cui lo scopo è quello di guadagnare e accumulare dei punti (soldi o crediti) che aggiudicherebbero il diritto ad accedere a livelli più alti. Nel mondo reale questo gioco di ricompensa si tradurrebbe in diversi livelli di accesso a beni materiali e a servizi. Lavorando duramente e contribuendo al miglioramento della società - cioè alla massimizzazione dell’efficienza dell’uso delle risorse per un migliore standard di vita - l’individuo può accedere a livelli superiori. Il primo livello sarebbe quello di base, a cui tutti avrebbero accesso. Consisterebbe in una comunità-rifugio con risorse condivise (camere, bagni, vestiti, etc.), alimenti di prima necessità, accesso all’istruzione e alle cure mediche di base. Questi beni e servizi sarebbero messi a disposizione dei beneficiari solo per il fatto di essere esseri umani, e verrebbero progettati in modo da richiedere il minimo dispendio di risorse possibile per la società; è di fatto possibile educare chiunque a svolgere delle attività adottate da una data comunità poiché potenzialmente benefiche a società più estese. L’ individuo può così raggiungere livelli di accesso superiori in base al merito e ai contributi. La quantità di livelli e di categorie è potenzialmente infinita. Il secondo livello potrebbe riguardare una migliore qualità di cibo, il decimo potrebbe essere un miglior tipo di abitazione, il centesimo potrebbe essere due settimane di ferie all’anno, il diritto ad usare un automobile quando richiesto, o a una barca al lago, un’entrata al cinema al mese. Se siete Bill Gates o Steve Jobs avreste la “carta accesso illimitato”, cioè accesso a tutto ciò che desideriate e quando lo desideriate: un aereo, i piatti più raffinati, una casa in ogni città, ecc. Si potrebbe inoltre personalizzare il livello di accesso in base alle proprie richieste. A prescindere dal livello però, non si può “possedere” o proibire l’utilizzo di qualsiasi bene mentre non lo si sta usando. Una volta scesi da un aereo o trasferiti in una nuova città, quell’aereo o quell’appartamento sono a disposizione di chiunque abbia un pari livello di accesso. Se questo concetto vi sembra bizzarro, vi basti pensare che oggi molti prodotti vengono trattati nello stesso modo; per esempio ogni volta che qualcuno affitta qualcosa si concorda un prezzo di mantenimento, conservazione, cura, ecc., per beneficiare del suo utilizzo. L’affitto presuppone infatti una gestione delle risorse molto più efficiente rispetto al possesso (un DVD in affitto sarà visto molte più volte di uno posseduto).

Se progettato adeguatamente, un sistema economico basato sull’accesso e sulla distribuzione efficiente delle risorse naturali sfrutterebbe al massimo i benefici sociali di ogni unità di materia prima. I prodotti sarebbero ideati per essere sia duraturi che riciclabili, dal momento che il loro intero ciclo di vita verrebbe controllato da chi gestisce il servizio. I livelli di accesso permetterebbero ad una gran percentuale della popolazione mondiale di condividere le risorse in maniera equa ed efficiente. L’incentivo ad accedere a livelli superiori, associato alla soddisfazione del naturale desiderio umano di appartenenza e contribuzione alla comunità, potrebbe spingere le persone a raggiungere livelli più alti, attraverso attività utili all’intera società. Le attività di più grande valore sarebbero quelle basate sulla domanda e sull’importanza dei prodotti o servizi, unitamente alla disponibilità delle risorse naturali necessarie. Probabilmente verranno mosse delle critiche al sistema dei livelli da coloro che giudicano “la libertà” come “il poter fare ciò che si vuole”. Qualcuno potrebbe dire: ”Se voglio far saltare in aria una montagna che ‘mi appartiene’ ho il ‘diritto’ di farlo”. Se con “libertà” intendiamo questo, allora il sistema dei livelli si opporrebbe fermamente a tale “libertà”. Se la montagna esiste probabilmente da centinaia di migliaia di anni è assurdo pensare che un essere umano che esiste per un così breve istante possa “possederla” e decidere di distruggerla. D’altro canto, i livelli non si potrebbero opporre, ma piuttosto renderebbe possibile la libertà d’accesso all’educazione, alle cure mediche, al cibo o a un tetto, così come alle pari opportunità di migliorare la propria vita. Queste sono libertà che l’attuale sistema economico non distribuisce equamente.

Il nostro è un mondo connesso a livello globale, nel quale la combustione di benzina in Nord America influisce sul clima in Sud Africa, come la perdita della biodiversità nelle zone equatoriali è capace di distruggere le ricchezze naturali da cui tutta l’umanità può trarre beneficio. In un mondo globalizzato le persone non hanno la “libertà” di fare tutto ciò che vogliono. Le società attuali e future dovranno dunque prendere decisioni condivise per gestire le risorse naturali nella maniera più intelligente possibile al fine di ottenere obiettivi comuni a lungo termine e preservare la sostenibilità delle generazioni presenti e future.



L'articolo ti è piaciuto? dagli visibilità Cliccando su OK!!