giovedì 9 gennaio 2014

Il Reddito di Cittadinanza è una Bufala?

DI ANTONELLA PACELLA



In un momento così delicato per tantissime persone che hanno difficoltà a procurarsi anche i generi di prima necessità ci si chiede cosa può fare il diritto per garantire loro una vita dignitosa.

In una realtà legislativa in cui le tutele ai lavoratori rasentano scenari di fine ottocento, viene in soccorso la nostra Carta Costituzionale, ritenuta a ragione, una delle più belle al Mondo. L’articolo 36 dispone che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”. Ancora, all’articolo 3 si invita lo Stato a predisporre degli strumenti, atti a “rimuovere di fatto, ostacoli di ordine economico e sociale al fine di permettere lo sviluppo della persona umana” .

A tutto questo si aggiunge anche il richiamo del Consiglio d’Europa che nella raccomandazione del 24 giugno del 1992 ha sollecitato gli Stati membri “ a riconoscere, nell'ambito d'un dispositivo globale e coerente di lotta all'emarginazione sociale, il diritto fondamentale della persona a risorse e a prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana e di adeguare di conseguenza, se e per quanto occorra, i propri sistemi di protezione sociale ai principi e agli orientamenti esposti in appresso”. Tale dispositivo viene chiamato comunemente Reddito di Cittadinanza o Reddito Base, così come teorizzato da Philippe Van Parijs e Yannick Vanderborgh esso consisterebbe in un “ un reddito versato da una comunità politica a tutti i suoi membri su base individuale senza controllo delle risorse né esigenza di contropartite” ed il principale degli obiettivi è quello di affrontare le situazioni di povertà garantendo un livello di reddito minimo.

Nei Paesi Bassi è già una realtà da anni, così come in Austria o in Norvegia. Il precursore in tema di sostegno al reddito è stata la Gran Bretagna con l 'Income Based Jobseeker's Allowance (JSA) con cui si garantisce una rendita individuale illimitata nel tempo, cui sono legate anche coperture per l’affitto, assegni familiari per il mantenimento dei figli e per coloro che hanno un lavoro che ammonta a meno di 16 ore settimanali. Gli spunti ci sono, al di là dei colori politici, bisognerebbe solo rendere tutto questo fattibile anche in Italia.


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