mercoledì 2 marzo 2016

Non Sei Maestro di Te Stesso

DI MARCO CANESTRARI


Non ti farai da solo, non ti libererai grazie alla tua voce interiore e non cambierai le cose seguendo te stesso, la tua anima o i tuoi istinti.

Ascolti il Satsang di una persona che dice che non ti sta insegnando nulla e concludi che devi imparare da te stesso, oppure dal fluire spontaneo degli eventi della vita, che è la stessa cosa, perché il messaggio che dice che c’è qualcosa da imparare è il messaggio che sostiene l’esistenza di un qualcuno che sia ancora separato ed imperfetto.

Escludere il maestro cosiddetto esteriore a favore di uno interiore è l’ennesimo trucco della mente che cerca sicurezza in luoghi conosciuti mettendo in atto presunte decisioni o scelte egoiche. Dicendo di seguire ed ascoltare il nostro mondo interiore in realtà predichiamo che esiste un ego proprietario di un suo personale recinto interiore chiamato coscienza, che sarebbe fatto di sensazioni, emozioni, percezioni e pensieri o altro. Tale mondo interiore riferito al “me” non esiste e in questa folle idea, chi cerca sarebbe ancora separato da ciò che sta guardando, anche se ora lo chiama mio. Cercando dentro di te non scoprirai nulla di nuovo e tutto ciò che troverai in questa autoanalisi, molte volte consapevole ma a volte anche no, non sarà altro che mente: una rielaborazione delle stesse vecchie idee, esperienze e conclusioni che costituiscono il problema e non la soluzione.

In realtà, ogni volta che si ha l’idea di un cambiamento da attuare, il maestro ipotetico da cui si cerca la realizzazione è sempre pensato come esterno e separato rispetto al cercatore, e questo è vero anche per i vari maestri cosiddetti interiori che ascoltiamo manifestati in forma di esperienze, metodi, emozioni o canalizzazioni. La storia in cui c’è qualcuno sta cercando, è sempre la storia in cui a qualcuno manca qualcosa, ovvero è separato da ciò che c’è, ed è una storia senza basi, incoerente e vana.

Se siamo intelligenti possiamo trattare la falsa tesi del “maestro interiore” o “della vita è mia maestra” alla stessa stregua della tesi del “maestro è in un altro corpo che non è il mio”, perché entrambe le ipotesi supportano una separazione che in realtà non esiste.

Concludendo, ad un occhio pulito con una visione intera, tutto ciò che c’è è fonte di verità, da un tuo personale pensiero alla persona che si ha di fronte, sia risvegliata che in preda ad un attacco di panico e tutto si rivela un opportunità ed un regalo.

Se invece si pensa, erroneamente, che il proprio occhio non è pulito e sta interpretando soggettivamente, e ciò che percepiamo sia all’interno della nostra coscienza allora in questa struttura di pensieri è implicata l’idea della separazione e dell’identificazione. In questo caso, lo specchio trasparente di una persona cosiddetta risvegliata, in maniera naturale, farà vacillare tutte queste false credenze fino ad eventualmente cancellarle. Il vuoto psicologico che emanerà sarà l’espressione evidente dell’assenza del “me”, che verrà dimostrata e rivelata e risuonerà a vari livelli in ognuno, perché tale assenza è ciò che ognuno di noi è realmente. Stare in presenza di una persona in cui nessun messaggio di separazione viene espresso è molto diverso dallo stare di fronte a tutte le altre persone che invece, ognuna a suo modo, contribuiranno a voler rinsaldare una complicità nelle identificazioni di entrambi, e a cercare una conferma nelle idee di ego, tempo e separazione. Tutto ciò, fermo restando, che nella reale assenza di filtri mentali, nessuna persona può essere risvegliata o non risvegliata, perché non esiste in alcun senso nessuna persona o individuo.

Non sei il maestro di te stesso perché il vero sé non ha nulla da apprendere né da dare. C’è solo questa verità, e non potrà mai essere la Tua. Viverla è il risveglio.