venerdì 23 dicembre 2016

Alla Conquista di Te Stesso

DI MARCO CANESTRARI


A un certo punto di ogni percorso di ricerca interiore si incontra inevitabilmente il concetto di separazione, molte guide spirituali ne parlano e spesso siamo portati a pensare che la separazione sia la causa principale di tutto il nostro sistema di pensieri, così iniziamo una lotta contro di essa, cerchiamo di trovare un accordo o un accomodamento con essa, oppure cerchiamo di controllarla, di annientarla, in ogni modo iniziamo una relazione col concetto di separazione. Non è sensato pensare di entrare in una relazione di trattativa con la separazione, perché la separazione di cui i maestri parlano è al centro di tutta la struttura che tiene in piedi l’esistenza del me. È quindi una grande svista tentare di accordarsi con la separazione con una stretta di mano, di farsela amica e soprattutto è un grande malinteso cercare di odiarla, perché la separazione è noi, e se non vediamo questo, non stiamo capendo il senso degli insegnamenti che leggiamo o ascoltiamo.

Cos’è la separazione? Stiamo parlando dell’essenza più profonda del nostro conflitto interiore. Pensiamo che ci sia una frattura nella nostra anima, che la nostra anima abbia una tensione interna fra due diversi scopi che vanno in due opposte direzioni, crediamo di essere spezzati dentro, pensiamo che il nostro corpo sia vittima di varie volontà che si esprimono in conflitto e in confusione. Voglio questo ma allo stesso tempo voglio anche quell’altro, sono rotto e diviso dentro, questa è la causa del mio dolore al collo, questo è il motivo per cui non dormo bene la notte, per cui sono sempre nervoso, frustrato, esausto, stanco di vivere e di andare avanti, per cui mi sento ogni giorno più debole e non vedo via di uscita.

D. Anche perché, dato che ho due volontà, nessuna delle due mi rende completamente felice, perché c’è una piccola parte che non voglio in ognuna.

Sì, se ne scegli una sola perderai la parte di piacere, soddisfazione e sicurezza che ti dà l’altra volontà. Allora iniziamo ad analizzare questa separazione indagandola nel profondo, andiamo incontro alla spaccatura, proprio dentro di essa. Dobbiamo essere molto precisi perché andiamo verso la divisione e non verso una volontà o l’altra, capite?

D. Al centro?

Ogni volta che trovi un bravo maestro spirituale che ti indica un percorso verso la libertà, la consapevolezza, l’illuminazione, è sempre un percorso che porta in un posto a te completamente sconosciuto, perché ogni posto del mondo reale non è qui, è spirituale. Io voglio andare al centro di partenza di ogni volontà, non voglio andare invece, dove la volontà è intenzionata a portarmi, non investigherò un desiderio o l’altro, ma andrò verso la spaccatura fra tutti i desideri e questa separazione è nel presente, non può essere nello ieri perché è ora che io sono in conflitto. Potrei dire di essere in conflitto a causa di quello che è successo ieri o a causa di quello che potrebbe accadere domani, ma sono in conflitto adesso. Non guardiamo le volontà o i pensieri, guardiamo il conflitto che avviene ora, questo ipotetico strappo tra le diverse intenzioni. Vado concretamente lì con tutta la mia anima, non mi limito semplicemente a pensare a esso. Vedrete facilmente che non è un posto al quale potete pensare, voi potete pensare a una volontà o a un’altra, ma non potete pensare al vero posto dove tutti i desideri ci stanno facendo a pezzi tirandoci in diverse direzioni, voglio guardare quella ferita.

D. Quando sento il conflitto da dove posso iniziare? Il centro è dove si trova il conflitto?

La sensazione di conflitto è un’indicazione, dovremmo ascoltarla ma non fermarci a quel punto, tu dici “sento il conflitto”, se lo senti ti poni lontano dal conflitto, quando dici che senti il conflitto significa che sei una di quelle volontà che dice “riconosco il conflitto, ho coscienza di esso, mi piace o non mi piace”. Invece io voglio andare al centro del conflitto e non cavalcare le volontà che lo vorrebbero strappare via, per favore rimani lì per un momento, quando dici che senti il conflitto, stai dicendo di essere una di quelle intenzioni e che è insoddisfatta perché non riesce ad ottenere ciò che vuole. Stai dicendo che non ti piace il conflitto, perché il posto centrale che viene tirato dovrebbe seguire te nella direzione desiderata dalla tua volontà personale, ti stai identificando con uno dei tuoi scopi invece di orientarti verso il centro presente, capisci? Tu ora hai molti desideri e non uno solo, quindi non è vero sostenere di essere uno solo di essi, questo punto di vista non è completo. Quando dici che senti il conflitto prendi un po’ le distanze da esso, in quel caso sostieni di essere colui che sente la frattura e non il conflitto stesso. Io invece ora voglio andare incontro alla separazione, non essere quello che la sente, voglio essere quel centro da dove tutte le direzioni si annullano. Se la separazione esiste, tale centro può stare solo nel presente, dobbiamo essere profondamente d’accordo su questo e ciò significa che dobbiamo aver spazzato via tutte le attività mentali, perché non abbiamo bisogno di esse per stare nel presente. La mente mi allontana dal guardare il presente, io voglio andare incontro alla separazione e al conflitto e allora non ho più pensieri né idee che valutino positivamente o negativamente tale spaccatura. Quindi non sto indagando ai fini di liberarmi dalla separazione o di superarla, sto andando incontro al presente a cuore aperto.

D. È come se il conflitto automaticamente mi volesse spingere a interromperlo?

Come abbiamo detto all’inizio, prova a non interagire con la separazione, prendi la tua come un’affermazione statica che non cambierà: “io odio il conflitto”, non stai sbagliando se percepisci questa affermazione: “il conflitto è odioso”, non devi cercare di cambiare quel concetto, chiamiamo conflitto esattamente quell’idea fatta così, fastidiosa e che non siamo mai riusciti a risolvere. Stiamo andando verso quel posto dove non si sta bene, dove non ci sentiamo tranquilli, il posto dal quale ogni singolo ego vuole solo fuggire lontano, quindi non ti sbagli se dici che non sei a tuo agio, è proprio il posto del quale stiamo parlando. Più andrai verso quel luogo, più ti libererai del tuo ego come fosse un vestito, indumento dopo indumento arriverai lì nudo, perché da qualunque percorso provenga, l’ego non può esistere nella realtà del presente. Orientiamoci verso questo indicatore molto efficace chiamato conflitto o separazione. Se guardiamo bene, possiamo trovare sempre questo faro, durante ogni momento della nostra vita, sentiamo continuamente questa forte chiamata che ci dice: “guardami, guardami, guardami”, ma noi non osserviamo mai il presente perché l’ego non può guardare lì, stiamo invece correndo via con una volontà e poi con un’altra dicendo: “devo capire, devo comprendere, devo migliorare, devo cambiare, diventare illuminato, annientare il conflitto, superare la separazione”. Io invece sono molto curioso di scoprire il punto dal quale si separano tutte queste volontà individuali e fuggono via. Stiamo andando al centro della nostra coscienza, senza più pensieri, nel posto dove sentiamo il conflitto, gli andiamo sempre più vicino e non cavalchiamo più alcuna volontà individuale, io ora non lo sto facendo, mentre vedo le persone che cavalcano un singolo obiettivo e vanno via lontano, scappano tutti da quel luogo. Il loro messaggio è che hanno un’anima divisa, un cuore spezzato, una profonda ferita dentro. Per far un esempio, è come se io fossi legato a tanti cavalli che corrono in direzioni differenti che mi strappano le membra, sono straziato ma l’unica cosa che posso fare come persona è agire con una nuova volontà, ovvero correre ogni giorno con un cavallo diverso strappandomi un altro pezzo di carne. Se questo messaggio fosse vero, sarebbe una scena davvero brutta, ma non è vero, rasserenatevi, non è ciò che accade.

D. In ogni caso si può solo migliorare da così.

Sì, se lo prendi per vero. Non tutti arrivano fino a questo posto dove tu vedi che le cose che dico sono reali, non tutti ci arrivano, anzi sono molto lontani, sono un’ora più avanti che corrono col cavallo in groppa a una volontà, cercando di capire per un motivo, secondo un’utilità o per un vantaggio. Io voglio vedere la vera natura della separazione, sono molto più curioso di quanto lo sia il mio ego, il mio ego è pauroso, veloce e frettoloso e vive nell’ansia di ottenere ciò che vuole il cavallo che sta montando mentre ne lascia insoddisfatti molti altri.

D. Sembra che ogni pensiero voglia che io cavalchi via con lui…

Sì, e insieme al tuo cavallo, cavalcherai la confusione perché non vedi il luogo da cui sta fuggendo, capisci? L’ego corre sul cavallo e guarda solo verso l'orizzonte, si porta una borsa piena di confusione con cui costruirà una nuova città oltre la collina che sarà basata su quella confusione. L’ego quando gli si chiede da dove stia fuggendo, si dimostra molto confuso a riguardo. Non avendo mai guardato quel posto, sente la paura di sostenere una cosa o un’altra, è nel caos quindi inventa scuse, diversivi, storie e costruisce la sua vita su quelle storie. Noi abbiamo gli occhi aperti e sappiamo cosa sta accadendo: l’ego racconta solo storie, io lo so. E questo non è un problema, capite questo punto?

D. Non è un male che l'ego dica falsità?

No, non è un male.

D. Non lo capisco che non è un male perché io vorrei davvero trovare una soluzione.

Quando sostieni di voler davvero trovare qualcosa tu affermi di voler fuggire da quel posto che è il presente e questa non è la soluzione, è confusione.

D. Il mio sé interiore vuole trovare una soluzione, vorrei la pace.

Sì, puoi trovare la pace solo restando a casa tua, non fuggendo via con un cavallo a soddisfare le varie volontà.

D. Ecco perché penso che l’ego stia facendo qualcosa di brutto.

L’ego è confuso. 

D. E vuole che anche io sia confuso.

Io non sono confuso, quindi l’ego non è qualcosa di brutto, è innocuo. Se io non sono confuso, l’ego per me è inoffensivo, perché non ha effetto su di me, se invece sono confuso, allora io sono l’ego e ogni cosa mi può influenzare, ogni evento esterno potrebbe avere un effetto nocivo su di me.

D. Mi sento ancora vulnerabile.

...Alle parole dell’ego, sì, lo capisco. Tu dici che hai un po’ di forza ma se l’ego continua a parlare potresti aver paura ed essere coinvolto in quei pensieri.

D. Mi mostra immagini molto attraenti, o molto allarmanti, in maniera tale da farsi seguire.

Per favore non seguirlo perché è confuso, non è pericoloso, ma l’ego non ti insegnerà nulla di quello che vuoi sapere della verità, vedo gli ego fare questo tutto il tempo. Io non sono l’ego, più chiara è la tua visione, più non sei ego. L’ego è la confusione che si dissolverà come il fumo dopo una guerra. Ho detto che voglio andare incontro alla separazione, perché? È una domanda fondamentale. Chiediamoci perché voglio andarci, vedo le persone che scappano da lì, tutti, ogni individuo, ogni persona lo fa, io vado contro il flusso del tempo, perché?

D. Immagino per trovare una risposta stabile al tuo dolore invece di confusione.

Tu dici per trovare una soluzione stabile alla sofferenza, pensaci bene però, una soluzione a un problema è qualcosa che solo una singola volontà può avere, “voglio quello, non ce l'ho, soffro quindi devo ottenerlo”, quello è il problema che ha uno dei cavalli che corrono via, ci sei?

D. Ma quella potrebbe essere una singola volontà stabile e non duale perché sono sicuro di non avere una volontà opposta di essere triste e depresso e sentire dolore.

Sì, quando sei giovane come essere umano, a livello di evoluzione della coscienza, avrai molte volontà differenti “Voglio stare con te amore mio e allo stesso tempo voglio uscire a bere una birra con gli amici”, è un problema quotidiano. Questo è solo il punto di partenza in cui abbiamo tanti cavalli che corrono via e noi siamo al centro legati a ogni cavallo da una corda e soffriamo ma non vogliamo lasciare andare via nessuna delle corde. Non vogliamo tagliare nessuna corda, ci siamo? “Voglio andare a bere la birra ma amore ti prego non mi lasciare se lo faccio”, “mi lasci? allora resto con te, ma amici vi prego non lasciatemi se rimango con la mia fidanzata”. Volete rimanere legati a un sacco di cavalli che vi tirano da ogni parte. Poi come razza umana vi evolvete e dite di avere un cavallo solo, un grandissimo cavallo che è “voglio sentirmi libero da tutte queste corde”. Sì, è un cavallo fortissimo che corre via dal presente con una corda che è legata intorno al tuo collo, un grosso cavallo, che ti porta via da te stesso e più fuggi via da te stesso più soffri.

D. Non vedo come tenere questo cavallo possa essere sbagliato per me, non c'è una volontà opposta.

Sì che c'è una volontà opposta ed è il tuo corpo a cui la corda è legata, il presente, stai fuggendo dal presente, quando dici devo essere felice vuol dire che ora non lo sei. Stai dicendo che la tua casa non è l’adesso, dici che devi andare via da qui e abbandonare il presente per costruire la tua vita lontano da me, stai dando fuoco al presente, malgiudicandolo, trattandolo male. Con la tua volontà dici che il presente è brutto, ingiusto.

D. Sarò felice ma non ora.

Sì, dici che ora non sei felice, ma sarai felice domani.

D. Se riesco a...

Sì, ma non adesso. Quindi abbiamo scoperto che siamo in conflitto anche quando abbiamo un solo cavallo, sei d’accordo? Hai un solo cavallo che è “voglio davvero essere felice, voglio davvero raggiungere l’illuminazione, diventare tutt’uno con Dio, voglio davvero il risveglio completo della coscienza, la vita eterna”, implicitamente allora dici che tutto questo non ce l’hai adesso, è chiaro? Quel cavallo fugge via dal presente, dove invece tu sei radicato con l’anima, dove nasci e hai casa, quindi, anche se abbiamo un solo cavallo, abbiamo un bel problema e si chiama separazione, io voglio andare in questa separazione. Abbiamo detto che se questo problema esiste, questa cosa che noi percepiamo come problema può essere solo nel presente, giusto? Guardate bene perché non è così ovvio vederlo, non possiamo cercare la separazione in nessun altro posto se non nel presente, nell’adesso, nel vero luogo in cui sono io, e non sulla collina dove sta guardando l’ego a cavallo credendo che sarà al sicuro. L’ego dice che saremo al sicuro laggiù e non qua dove è la separazione, il presente è un posto sempre alle sue spalle, che l’ego non vede mai. Se la separazione esistesse, l’ego di certo non l'avrebbe mai guardata, io lo vedo chiaramente. Ego, se parli di separazione sei confuso perché non l’hai mai vista, non ti sei mai voltato per guardare qui dove sono io e parli di cose che non conosci.

D. Non è l’ego stesso separazione? Non sono i cavalli stessi la separazione?

No, i cavalli sono fatti di confusione, e anche l’ego che li cavalca, io non darò mai nessun livello di realtà all’ego. Abbiamo detto che l’uomo sul cavallo è confuso e lo ripeto, il cavaliere, l’ego è confuso. Ego, io non ti do attendibilità, né valore. Tu vorresti confermare che esiste il me parlando dell’ego, dici che esisti, che si può parlare di te, ti definisci, che la separazione è il me, che sei qualcosa, è questo che stai dicendo. Io dico che ti ho ascoltato, che ti sbagli, che non esisti e sei davvero confuso.

D. E non ho mai visto la separazione stessa?

Oh! No, non lo hai fatto, non lo hai mai fatto, mai. Nemmeno una volta l’hai osservata.

D. Vediamo se è vero, se è vero voglio vedere adesso, sono curioso.

Vedere cosa?

D. La separazione.

Non ho detto che la separazione esiste.

D. Se esiste.

Per sapere se esiste o no devi guardare il presente almeno una volta e guardare il presente richiede un punto di vista diverso dall’ego, che invece sta fuggendo e guarda il futuro e quindi non puoi avere una volontà di guardare il presente. Prima ti ho chiesto perché io lo faccio, ti ricordi? Ogni volontà fugge dal presente.

D. Mi sento come se fosse qualcosa fuori dalla mia portata.

Sì, totalmente fuori dalla tua portata, ma il punto è che non lo senti abbastanza, abbastanza da mollare ogni cavallo e ogni corda, abbastanza da gettare la spugna e tagliare di netto con tutte le possibili volontà insieme. Tu ancora dici che provi a fare qualcosa, cerchi qualche soluzione, quindi non senti che invece la soluzione è completamente fuori dalla portata delle tue volontà, dei tuoi desideri, dei tuoi scopi, tu dici “potrebbe essere fuori dalla mia portata ma tento ancora qualcosa”. Io vorrei che tu comprendessi che è davvero fuori dalla tua portata, interamente fuori dalla tua portata, oltre ogni tua possibile volontà e che ti arrendessi.

D. Mi sento come se avessi voglia di rinunciare e fare qualcos’altro.

Rinunciare e fare altro è sempre lo stesso processo di cavalcare, rinunci a un cavallo e salti da un cavallo a un altro, passi da una volontà a un’altra, sono tutti cavalli che fuggono dal presente come è sempre successo, non stai cambiando nulla.

D. È come se parto per una ricerca, la scritta sulla porta dice “puoi partecipare solo se sei biondo” e io non lo sono.

Sì, è così, l’ego non parteciperà alla realtà presente. Ma devi avere molta più consapevolezza, per prima cosa del fatto che è l’unica porta in cui puoi entrare e secondo che è l’unica cosa che vuoi e di cui hai bisogno. Dovresti trovarti di fronte a un totale blocco mentale, l’intelligenza ti porterà ad avere un blackout mentale e psicologico e da lì un’immensa apertura. Se invece stai ancora usando la mente con i suoi cavalli, allora non puoi vedere tutte le cose che ci sono da vedere.

D. Per esempio ora posso avere la volontà di vivere in pieno il presente.

No, non ce l’hai, non lo stai volendo, non accade quello che dici, guarda meglio.

D. Non ce l'ho?

No, il nome giusto di quello di cui parli è “volontà fuggire dal presente”, le cose che stai indicando significano fuggire dal presente, è questo il loro significato corretto.

D. Perché ho un’idea del presente?

Sì e soprattutto hai una volontà, hai un cavallo e sei il cavaliere, sei una persona, un individuo, allora sei in un sogno. 

D. Che cosa può aiutarmi a liberarmi dalle mie volontà?

L'intelligenza se ne libererà e non la volontà individuale, stiamo usando consapevolezza, comprensione e vogliamo che tutto sia illuminato, senza coinvolgere la tua libera volontà. Ho scoperto le carte in tavola, voglio il blackout totale della tua mente ed è ciò che sto facendo, questa è la porta. Non è traumatico, può essere fatto con dolcezza. Non hai nessuna tensione nell’adesso, non hai nessun conflitto e nessuna separazione nell’adesso, non c’è movimento nell’adesso, non ci sono cose che cambiano, non c’è la tua persona, e queste verità non possono essere comprese con la mente, fine del gioco. Improvvisamente ti fermi e dici: “allora ho capito, quindi tutto è uno”. No! Distruggi questo concetto, annienta ogni idea e concetto della mente, allora dici: “quindi le cose stanno così”. No! Non stanno così, lo “stare così” è un concetto e le cose non sono concetti e non stanno in un modo, distruggi anche questa conclusione, allora vedremo la mancanza di significato del concetto chiamato separazione che era implicato in ogni volontà avuta. Tu non hai mai visto nulla di reale, il concetto di separazione non è qualcosa che può essere visto, vedere è vedere il presente, libero da tutti i concetti e non ci sono concetti nel presente.