venerdì 6 gennaio 2017

Esercizio di Meditazione

DI MARCO CANESTRARI


Assumiamo una posizione comoda cercando di mettere l’attenzione al nostro interno, vicina al livello emotivo e proviamo a dare meno importanza alle distrazioni esterne, sentiamo quello che accade nella nostra emotività.

Se osserviamo attentamente, possiamo scoprire che tutte le sensazioni in apparenza dirette, vogliono significare qualcosa, parlano. Le emozioni di ogni persona hanno sempre una struttura, una voce riconoscibile dalla nostra mente. Io vorrei che noi facessimo esprimere il linguaggio parlato dalle nostre emozioni, in maniera da vederlo bene, riconoscerlo e poi lasciarlo andare via senza giudicarlo. Nella meditazione è necessario che quando affrontiamo queste emozioni, che in profondità si rivelano essere sempre dei pensieri, noi le affrontiamo senza alcun tipo di classificazione, concettualizzazione e ideazione, senza un pensatore che con un motivo le vada a classificare, controllare o nominare. Nella fase più avanzata ci saranno esclusivamente delle emozioni, le potete immaginare con delle scritte sopra che rappresentano ciò che le emozioni ci stanno dicendo, a mano a mano che tali scritte verranno viste senza giudizio, si staccheranno dalle emozioni ed evaporeranno. La parte più importante è capire che queste emozioni, private di quei concetti che prima erano aggiunti a esse, appariranno, senza nessuna persona che le stia provando, senza nessun individuo che le stia sperimentando, nessun me che le stia trattando, senza nessuno con cui stiano interagendo, si può tradurre questo semplicemente dicendo che stiamo solo sentendo senza occuparci di fare nulla. Se esistesse ancora una piccola attività del muoversi e dell’agire, sarebbe solo quella descritta dall’emozione in questione, senza nessuna attività fatta da un ipotetico qualcuno che starebbe percependo tale emozione. Non c’è un controllore di queste emozioni, c’è solo l’emozione che parla di un significato, senza nessuno che la stia osservando.

Noi siamo il principio vitale di ogni emozione, non siamo un’emozione specifica e non siamo nemmeno quel qualcuno che inizialmente credevamo dovesse meditare e riconoscerla. Allora lasciamoci esprimere liberamente, per un momento facciamo fare alle sensazioni il ruolo del protagonista dimenticandoci di quello che fino a ora hanno significato, di quello che fino a ora rappresentavano per noi. Sono state sempre viste come brutte o belle, dannose o utili, vantaggiose o svantaggiose, fastidiose o piacevoli. Che siano le emozioni stesse a dirci quello che sono, senza che la nostra mente, la nostra esperienza e tutto quello che conosciamo, tenti o voglia in qualche maniera distanziarsi da esse, perché quello è l’inizio dell’ego, credersi separato dal cuore e dire: “tu non mi piaci, tu non mi servi”. Senza una coscienza delle nostre emozioni, senza una mente soggettiva che le riconosca o che le senta, scopriamo che esse sono qualcosa di completamente diversa da quelle che l’individuo pensa che siano, perché ora sono indivise, estese, fluide. Se siamo arrivati a questo punto, allora non abbiamo più un me, un ego, un controllore, perché siamo in un flusso intero e continuo di sensazioni, se così vogliamo chiamarlo, di significati a cui partecipiamo fin dall’inizio senza mai sdoppiarci giudicandoci e odiandoci.

È necessario un nuovo modo di approcciare ciò che nasce dal nostro cuore e questo modo è non duale, in altre parole “noi siamo quello” e non ha alcun senso combatterlo, non è possibile attaccarlo e anche se lo volessimo fare non ci servirebbe a nulla. Ora quello che chiamavamo individuo, struttura di controllo e quindi ego, è se non eliminato, sempre più ammorbidito, ammortizzato e reso inoffensivo. Un’emozione libera dalla morale, dai principi, dal giudizio, dall'utilità, libera da ogni immagine mentale, questo è quello che siamo in realtà. Quando niente e nessuno cercherà più di soggiogare questo nostro cuore eterno, allora scopriremo un immenso stato di benessere e libertà. Il problema non era la nostra emozione, ma la nostra mente che voleva cambiarla.




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