DI MARCO CANESTRARI
Non c’è nessuno che cerca di ottenere la pace o la fine del dolore.
L’unica ricerca che esiste è quella che vorrebbe, senza mai riuscirci, confermare la prospettiva soggettiva, quella del sogno, quella della separazione e della mancanza originale, in cui esiste uno spazio/tempo e infiniti elementi che ci si muovono dentro, in grado di avere diversi possibili stati, modi e condizioni.
Per capirci, quella in cui esistono i corpi delle persone, con la propria volontà personale, con la propria interiorità, il proprio inconscio, la propria razionalità e il proprio “io” in grado di stare meglio o peggio, di credere vero un pensiero oppure non crederlo vero, di avere chiarezza o di sognare, di essere ancora non risvegliato e poi di risvegliarsi ecc.
L’unica volontà è quella alimentata dalla speranza segreta di acquisire una rappresentazione mentale della realtà che venga riconosciuta come assoluta, ovvero di acquisire una struttura di pensieri e di idee che rappresenti finalmente la realtà.
Ma, guardiamo bene, tale speranza implica che ci sia un “io” ad avere la coscienza di tale riconoscimento che prima non aveva, un “io” che sarebbe, appunto, nel mondo del tempo e del cambiamento citato sopra. Quindi l’unico scopo che può esistere è quello in cui ci sia un “io” insoddisfatto, che nel futuro arrivi, anche a scapito della pace, a conoscere, carpire, sapere, concepire, con la mente e la coscienza, la realtà ultima di se stesso e del mondo.
Tale unico desiderio rimarrà eternamente insoddisfatto, perché è impossibile che ciò che c’è realmente sia definito e pensato e perché non c’è nessun “io “, separato da ciò che c’è, a poterlo definire e pensare.
Nessuno cerca mai la fine del dolore,
nessuno cerca il risveglio.
o c’è la ricerca, che è quella che vorrebbe ritrovarsi e riconoscersi nel sogno, in una rappresentazione mentale, confermando il mondo dell’illusione…
o non c’è ricerca.