giovedì 22 giugno 2017

Il Coraggio di Essere Sé Stessi

MARCO CANESTRARI


Vorrei parlare oggi del coraggio di essere se stessi, di essere bruciati completamente dalla luce del presente. Il coraggio di essere sempre in prima linea in ciò che accade, di essere qui ed ora specialmente nei momenti in cui il qui ed ora non ci piace, specialmente nel momento in cui il qui ed ora rappresenta quelle nostre reazioni di debolezza, di paura, di colpa, di vergogna, di dolore che non ci piacciono.

Il coraggio di affrontare ogni nostra mancanza d'amore, il coraggio di affrontare ogni nostro presunto difetto, di starci, di viverlo. Sto parlando del coraggio di vedersi e di farsi vedere soprattutto nei momenti in cui c'è sempre sembrato scomodo farlo. Sto parlando del coraggio di risvegliarci, del coraggio di vivere. Il coraggio di sentire di percepire, di odorare, di assaporare la vita in ogni sua sfumatura più leggera.

Il coraggio di essere completamente travolti da ogni piccola sensazione o emozione, anche quando sono emozioni o sensazioni che ci hanno insegnato a rifiutare, a modificare, a controllare. Io sto parlando del coraggio di mollare tutto, tutti schemi che abbiamo creduto veri fino ad ora e rimanere nudi, senza vestiti. Viverci nudi, e anche farci vivere. Il coraggio di vivere una vita sempre aderente all'intima natura di ciò che siamo, nei rapporti con noi stessi e con gli altri.

Iniziamo da qua.

Come funziona questo coraggio? L’azione prodotta da questo sentire coraggioso è sempre relativa a quanta chiarezza c’è sul fatto che fingere, fuggire o mascherarsi non ci dà nessun tipo di sicurezza. Più ho chiarezza che quel fingere di non essere me stesso non mi serve proprio a niente, più è naturale il mio essere coraggioso. Se noi ci sentiamo al sicuro senza il bisogno di forzare le circostanze interne ed esterne… allora smetteremo di farlo perché queste attività, anche chi si controlla sa che implicano un grande sforzo.

Bisogna fare crollare l’idea che senza fingere chissà cosa succede di male, rassicurarci, incoraggiarci.

Il primo passo da fare è quello di creare un mondo per noi stessi e per gli altri in cui mostrarsi deboli, vulnerabili e con tutti quegli schemi, che possono essere non accettati socialmente ma che sono veri, è un vivere che noi amiamo. Questo è il primo passo che dobbiamo fare.

Io mostro, ad esempio, ad una persona che si espone per ciò che è, che è amata da me anche quando si trova ad avere delle reazioni che fino ad ora l’avevano fatta rifiutare. Per fare questo, va da sé, io devo mostrare delle reazioni verso me stesso d’amore anche quando io non sono come mi piace essere. Non se ne può fare una senza l’altra: accettare qualunque tipo di reazione vera, sia dentro che fuori. Questa accoglienza amorevole e sicura è il primo passo, dare amore incondizionato verso se stessi è il primo passo.

Perché noi non cerchiamo che questo: una base sicura in cui lasciarci andare. Quindi prima di ogni altra indagine filosofica, prima di ogni ragionamento o insegnamento spirituale c’è bisogno di un amore visto, sentito, evidente, che non si nasconde e che ama spassionatamente tutte le piccole ombre che ci sono in quello che chiamiamo essere umano o corpo/mente. C’è richiesto un amore divino, un amore senza tornaconto che possa amare qualunque corpo, qualunque mente, qualunque struttura mentale, qualunque sia il condizionamento o trauma che ha avuto. Tutto l’opposto del: “cercare di risolvere quel trauma”, tutto l’opposto del: “cercare di cancellare o soggiogare l’ego per ottenere un risveglio futuro”.

C’è bisogno di un amore intero presente, non nel futuro, che accolga ciò che c’è, ciò che io sono e che voi siete nell’adesso, non quando saremo risvegliati. Di questo c’è bisogno, ed io voglio alimentare questo fuoco che c’è in me ma che c’è anche in voi, un fuoco che arde e mangia qualunque differenza, qualunque definizione, qualunque classificazione, un amore che brucia tutto, non brucia solo i maschi, solo le femmine, solo i buoni, solo i cattivi, solo i risvegliati, solo i non risvegliati. C’è bisogno di un fuoco enorme, onnipervadente, senza limiti, che spazzi via tutto.

Nessuna bussola, nessun riferimento, nessuna comprensione ci potrà servire da utilizzare per arrivare a quell’amore. E’ invece quell’amore stesso che sta bruciando e cancellando quei riferimenti, quelle bussole, quelle comprensioni, per mostrarsi interamente nudo, per come è sempre stato… Per mostrare quel trovare casa, quell’assenza di pericolo, che abbiamo sempre cercato.

Un amore di cui io non so niente, di cui il “me” non sa niente, che è al di là di quello che la mia mente può concepire, percepire o immaginare, al di là di quello che la mia mente può pensare ed esprimere.

La mia mente adesso ha smesso di tentare di concepire quell’amore, perché c’è chiarezza sul fatto che quell’amore è al di là di ciò che è mentale.