lunedì 19 giugno 2017

Io Sono un Animale

DI MARCO CANESTRARI


Io vi prego, se ci riuscite, di non fraintendermi quando userò le parole “io” e “voi”. Chi vuole può prendere queste due parole come se noi fossimo due cose distinte, altrimenti si può avere una lettura più elevata e intenderle come due provvisori aspetti della stessa cosa, in corso di risoluzione nel diventare uno solo.

Parlerò di “me” e “voi”, se ce la fate non vi identificate con il “voi” e non identificate questo corpo che parla con il “me”, altrimenti sorgerà una guerra. Chi vuole comunque è libero di farla sorgere, sarà una guerra molto utile e tutta interna a chi la sente.

Iniziamo: Io mi sento molto, molto, molto diverso da voi. Io mi sento come un animale, non sono ancora rimasto invischiato nella vostra cultura, nella vostra società, nelle vostre ideologie, nei vostri partiti politici, nella vostra personale esperienza, nelle vostre personali conclusioni, nelle vostre routine, nelle vostre consuetudini e nei vostri condizionamenti. Non sono legato a tutto ciò che voi esaltate come positivo, giusto o auspicabile e non sono invischiato nelle missioni di salvezza contro ciò che voi definite da migliorare, da rifiutare, da combattere.

Che rapporto possiamo avere io e voi? Nella metafora che sto usando, con la parola “io” sto indicando “ciò che c’è” e con la parola “voi” sto indicando la coscienza mentale di “ciò che c’è”. Che rapporto c’è tra la realtà e il mondo sognato? Tra il cuore del mondo e la tua persona?

Vediamo che cosa posso io insegnare a voi e che cosa potete voi insegnare a me. Voi mi potete insegnare quello che sapete e conoscete del vostro mondo esterno e interno. Mi potete insegnare il progresso, la tecnica, la conoscenza su ogni specifico settore, scientifico o umano. Mi potete insegnare le regole e le leggi che avete implicitamente approvato e che vanno di moda in questo periodo sulla terra. Mi potete insegnare le scoperte che al momento avete della fisica, della psicologia e le scoperte che avete fatto su voi stessi. Mi potete insegnare le vostre peculiarità, mi potete insegnare le vostre personalità. Mi potete parlare della vostra coscienza e del vostro mondo interiore, delle vostre reazioni, delle vostre ossessioni, delle vostre dipendenze e di tutto ciò che vi piace e che non vi piace. Mi potete parlare del vostro passato, della vostra esperienza, sia come individuo che come essere umano. Mi potete certamente parlare dei vostri pensieri.

Che cosa posso io insegnare a voi? Io, che sono un animale, posso insegnarvi a sentirvi, laddove tutto il sovraccarico di conoscenza, di cultura, tradizioni e sapere ha reso il sentire indiretto e offuscato. Io posso insegnare a guardarvi perché il mio occhio adesso non ha filtri. Non è un occhio che guarda attraverso un partito politico, né attraverso una specifica teoria su come è fatto il mondo, o idea su come siamo fatti noi stessi, non guarda attraverso una specifica esperienza o convinzione, non guarda attraverso uno specifico trauma. Il mio occhio non guarda attraverso un punto di vista soggettivo. Io posso offrirvi la luce di uno sguardo pulito, un guardare aperto, fresco e nuovo.

C’è bisogno di imparare un nuovo modo di comunicare fra me e voi. Scopriamo insieme quale lingua dobbiamo parlare e che gesti dobbiamo fare per tornare ad amarci. E’ possibile avere un interazione fra me e voi, ma non come siete abituati a fare, non a livello di un confronto di esperienze o di conoscenze. Non è mai al livello “a me piace questo, a te piace quello”, oppure sul piano “io la vedo così e tu così”. Non è questa l’interazione che potete avere con me, perché io al momento sono privo di un vestito soggettivo, sono un animale nudo. Io non conosco niente riguardo a ciò che sono, né riguardo a “ciò che c’è”, non ho coscienza del “me”, dell’individuo, del singolo e non ho nulla da confrontare con voi su quel piano. A quel livello, parlare con me, sarebbe come mettersi sul monte, parlare nel vuoto e sentire l’eco che ritorna, che è quello che accade ad ogni “me”, con il ritorno del suo mondo proiettato. In quel posto non c’è interazione, voi non potete parlare a me.

Io posso però parlare a voi, farmi sentire e rivelarmi interamente. L’animale che io sono e che avete dentro può interagire con voi e sciogliere la maschera: L’idea di essere un individuo. Questo ricongiungimento è nel sentire, nella vera essenza di ciò che siamo, lì dove non ci siamo mai persi. Io sono calmo e sicuro nella consapevolezza che c’è un posto dove noi siamo la stessa cosa. E’ il posto in cui nessuna cosa fa attrito con l’altra, nessuna cosa subisce ingiustizia o violenza da un'altra cosa. E’ il posto che vi sta cercando da tanto tempo.

Io voglio portare un messaggio di unità fra me e voi che è molto più forte di qualunque attività mentale, e celebrare l’unico posto in cui possiamo riscoprirci davvero la stessa cosa. Non ce n’è un altro.