mercoledì 19 luglio 2017

Come Farsi Amare

DI MARCO CANESTRARI


Solo se sono amato per ciò che sono, senza veli e senza maschere, allora posso dire di essere amato veramente. Se io sono amato per la mia personalità, per i miei condizionamenti e per i miei pensieri, allora ciò che è amata è una sovrastruttura. E’ come essere amati per il proprio taglio di capelli, è un amore superficiale e passeggero che non ci basta.

Noi per cosa vogliamo essere amati? Per la nostra essenza o per il nostro vestito? Scegliamo di mostrare il nostro cuore a nudo, esposto alla luce senza coperture, oppure preferiamo fare vedere le conclusioni, i pensieri e i ragionamenti che lo mascherano?

E’ a partire da questa scelta che noi sentiremo l’amore o no. Se io parteggio per il vestito, ovvero per la struttura dell’individuo e della personalità, ad esempio dicendo: “hai visto che poesie profonde che scrivo?”, oppure se dico: "hai visto come sono dolce, gentile, forte e bello?”, oppure: “hai visto come sono ricco posseggo un orologio Rolex”, allora sto suggerendo agli altri di guardare la superficie, che sia quella estetica oppure quella dello status sociale oppure quella delle capacità razionali o delle reazioni inconsce ed istintive. Sto comunque suggerendo alle persone di guardare dei meccanismi sovracostruiti, di guardare le espressioni che partono dai miei condizionamenti, dalle mie esperienze, dalle mie conclusioni, dal mio pensiero. Sto sperando, cioè, che il mondo guardi lontano dal mio cuore.

Per quale motivo lo facciamo? Perché mi faccio guardare il Rolex? Perché immagino che senza Rolex, senza il vestito della mia personalità, senza l'estetica, senza i miei possedimenti, senza le mie capacità ed esperienze, io non avrei molto di buono da mostrare e nessuno avrebbe motivi sufficienti per amarmi. In sostanza metto avanti cose che immagino attraggano più amore di quanto io possa farlo senza effetti speciali aggiunti.

Ma cosa accade negli altri quando io voglio che mi guardino il vestito? Osserviamo bene questo punto perché è il più importante. Se io supporto la mia parte più superficiale l'altra persona lo sente, capisce che cerco rassicurazioni e gratificazioni nella copertura che mando avanti e quindi sta sentendo che non sono sicuro che ciò che sono sia degno di amore, che non sono pienamente soddisfatto di ciò che sono, che non mi amo pienamente per come sono. L’altra persona vede che sto mandando il messaggio: “non amarmi, guarda fuori di me perché io dentro faccio schifo”.

Ma se noi siamo i primi a scoraggiare il nostro prossimo ad amarci, mostrando di non essere ben poggiati in ciò che siamo, allora è facile che l'altra persona specie se già è un po' timida e pensa di non essere bastante né sufficientemente amorevole, preferisca chiudersi e non rischiare di avvicinarsi a qualcosa che abbiamo dichiarato brutto dall’inizio.

Quando capiamo che tutto questo coprire non ci porta amore allora diminuisce l'energia e lo sforzo, l'impegno e la volontà, l’importanza e l’attenzione che noi dedichiamo alla costruzione e alla difesa della personalità e di tutte quelle strutture che definiscono il “me”.

Stiamo scoprendo come ci vivono gli altri quando noi non siamo noi stessi ovvero quando ci presentiamo come se fossimo un ego. Un ego, una persona, un “io” è difficilmente amabile, perché vorrebbe che la comunicazione fosse basata principalmente sulla sua esteriorità. L’unica vera comunicazione invece, è quella che avviene quando l’impero esteriore è decaduto. L’unico amore è quello rimane quando tutti i nostri possessi sono andati perduti. L’unico amore è verso ciò che rimane di noi quando i nostri vestiti sono andati in fiamme, la barca affondata e siamo naufragati sull’isola deserta senza nulla addosso.

Se mostriamo che stiamo comodi e sereni, anche senza pelle, così come siamo, se mostro che mi piaccio ben radicato nella presenza di ciò che sono senza dover fuggire, se mostro che non ho bisogno di mettere un cappello, i baffi finti o una maschera per stare a mio agio, allora infondo fiducia all'altra persona. Sto dicendo: non ho bisogno di fuggire perché sono fatto bene dentro, puoi aprirti a me e guardarmi tranquillamente fino in fondo.

Noi diamo fiducia al nostro prossimo solo nel momento che siamo i primi a darcela, il mondo si adatterà di conseguenza. Se io supporto il mio vero cuore, allora sto creando una fiducia in cui l'altra persona è attratta a guardare ciò che ho dentro e non la superficie. Ed è in questo rapporto di fiducia che l’altra persona avrà la possibilità di scoprire l’amore per se stessa perché scopre che nell’aprirsi non c’è pericolo. Risvegliare me è risvegliare il mondo.

Solo quando due persone hanno pieno amore per se stessi, allora può esistere un vero rapporto, e si incontrano nell’unico luogo dove ci può essere una vera comunicazione, nella visione chiara che non c’è separazione fra di loro.