giovedì 6 luglio 2017

Il Dolore è Una Porta Aperta Verso il Risveglio

DI MARCO CANESTRARI


Facciamo qualcosa di concreto. Bisognerebbe riuscire a sentire una certa bontà di fondo, un certo calore, una certa guida amorevole, una certa gioia… nel momento che le cose vanno male. Nel momento in cui, ad esempio, trovi il tuo ragazzo a letto con un'altra. Là dentro, in quella delusione, non c’è maestro più grande. Bisogna avvertire quella sensazione diretta di profondissima e antica sicurezza all’interno del dolore, bisogna rivivificare il ricordo millenario del posto da cui proviene la vera guarigione.

Ad esempio succede qualcosa che ti fa soffrire e si attivano tutta una serie di dinamiche automatiche, può accadere che scalci e urli, che proietti e incolpi qualcuno come causa del tuo dolore, può accadere che ti trovi in un tumulto di emozioni che sei abituato a rifiutare ecc. ma all’interno di questo momento di crisi, dentro, molto dentro il dolore, c’è un amore grandissimo e questo richiamo può essere sentito. Io non vivo il dolore come un accetta di ghiaccio che mi taglia l’essere in due in maniera distaccata, ma lo vivo come un grandissimo buco nero caldo fatto di carne: E’ dolore, ma dentro c’è qualcosa di vivo e intelligente.

Io vorrei che le cose non seguissero i binari, che non andassero secondo lo schema, io vorrei che le cose si rompessero, che le cose mi tradissero e mi deludessero per ricordare il paradiso da cui provengo. Il tradimento e il dolore nascono da una mancanza di consapevolezza, e non da una consapevolezza piena. Dentro il dolore c’è sempre qualcosa che non stiamo vedendo e che vuole essere vista. Ciò di cui non siamo coscienti è che là dentro c’è un amore senza precedenti, protettivo, compassionevole, che si getta ai tuoi piedi, ti bacia e ti dice: “Io ti amo e ti amerò sempre, anche fra un miliardo di anni io sarò qua ad amarti e ti ripropongo questa sofferenza finché non ti sveglierai e ringrazierai di tutto ciò che ti è accaduto e che credevi fosse qualcosa di negativo”. Questo tipo di amore esiste, ed è là dentro, celato nell’ipotetico “tradimento” che la vita ti offre quando non segue le tue regole.

Il mio non è masochismo, non è affatto voglia di sofferenza, è voglia di pace. La sofferenza, il tradimento, la delusione, l’angoscia, la depressione, la disperazione ecc. sono sempre una porta aperta verso la pace. C’è questa porta aperta da cui arriva tutto il dolore, e dietro la porta da cui esce tutto l’arcobaleno delle emozioni, c’è pace. Noi non siamo mai entrati in quella porta, anzi siamo perennemente affannati a proteggerci da essa, ad allontanarci, a fuggirla.

Invece, ogni volta che oltrepassi quella soglia, e io l’ho oltrepassata moltissime volte, scoppi in lacrime e dici: “amica mia, che gioia essere qui, che meraviglia qui, quanta pace, quanto amore, quanta potenza, mi ero solo un attimo confuso, ero un attimo scivolato nell’inconsapevolezza di credere vero quello che mi raccontavano i mie genitori, la società, e di quello che io stesso mi raccontavo, ero un attimo rientrato nel sogno… ora sono di nuovo qui con te, grazie, grazie, grazie”

Questa è concretezza, non è filosofia spirituale da libro.