martedì 11 luglio 2017

SFATIAMO IL MITO CHE AVERE VISIBILITA’ SIA POCO SPIRITUALE

DI MARCO CANESTRARI

visibilità

Ho deciso di dare voce ad un messaggio di critica arrivatomi dal web per spiegare meglio a tutti i lettori ciò che sto facendo.

CRITICA DAL WEB: Sono contrario alle persone che si fanno forti di avere un seguito grande ed un ascolto grande, perché tali approcci possono essere condizionanti e devianti specie se usati per un proprio scopo personale. Rimango fedele alla verità non ostentata, dove si porta avanti il proprio messaggio senza curarsi degli altri o sputtanarli. Volevo sapere la tua posizione riguardo a ciò.

RISPOSTA: Affrontiamo prima di tutto l’idea ammuffita che sia brutto, poco spirituale o ingiusto avere un grande seguito o grandi ascolti. Capisco che si possa provenire da esperienze in cui la visibilità è stata utilizzata male, prima fra tutti il cattivo esempio della televisione, in cui si cerca visibilità per portare avanti degli scopi che contribuiscono a mantenere la popolazione divisa, ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, perché non è mai la visibilità in se stessa che deve essere combattuta. Chiariamoci le idee: se esiste un male in un messaggio con alta visibilità, non è nella visibilità in sè il male, ma nel contenuto del messaggio. Infatti se esiste un bene di utilità collettiva nel contenuto di un messaggio, allora la visibilità non fa altro che estendere questo bene.

Nel progressivo evolvere della coscienza dell’uomo, tutte le risorse del pianeta, a partire dalle loro radici, ovvero dalle approvazioni, dai consensi e dai voti, verranno, piano piano, riequilbrate passando dai politici e da chi le usa a fini non etici, per essere spostate verso messaggi e attività che facciano fiorire tutto ciò che ci serve in ogni determinata circostanza (salute, informazione, trasparenza, libertà ecc..). Tutti dovremmo collaborare, ognuno secondo le proprie possibilità, a questa crescita di portata sociale.

E’ una grazia avere la capacità e la potenza di cambiare le cose da zero, come ho fatto io ad esempio o come molti altri, partendo solamente da una connessione Internet e senza investimenti iniziali. Saper creare dal nulla e senza aiuti un proprio progetto (una comunità con una altissima qualità della vita, un lavoro etico per sé stessi ed anche creare posti di lavoro per altri, una struttura che organizza eventi su scala nazionale, dei canali in rete con un seguito e una visibilità ecc.) è la base dello sviluppo dell'intelligenza collettiva e andrebbe insegnato a tutti come farlo per poi portare avanti ognuno la sua idea. Non freniamole queste iniziative libere, supportiamole! O ancora meglio, se abbiamo le capacità e la visione d'insieme per farle, allora facciamole noi stessi senza ostacolare quelle degli altri. Rinnoviamo completamente i modi di fare spiritualità ma anche comunicazione, condivisione e fratellanza, iniziando dal basso per contribuire verso tutti.

L'innovazione non è da tutti, ma quando è sana, agisce a favore di tutti.

Naturalmente il canale di comunicazione e la sua forma dipende anche dalla portata del messaggio, se uno ha un messaggio che è utile solo alla propria cerchia familiare allora non si ha necessità di creare dei canali di comunicazione ampi, si fa una riunione di famiglia e a cena se ne parla tutti insieme. Se invece un messaggio è indirizzato a tutti allora lo sviluppo di canali di comunicazione diversi è necessario, se ad esempio uno conoscesse la formula magica che fa sparire all’istante la fame nel mondo, allora tale conoscenza, senza gli strumenti adeguati per diffonderla rimarrebbe una lettera morta. Ovviamente non basta la visibilità per apportare soluzioni, ma è certamente vero che se manca la diffusione per fare conoscere un dato messaggio, allora anche la soluzione più geniale rimane chiusa in casa tua e non arriva al destinatario. La capacità di fare arrivare la soluzione a destinazione è importante tanto quanto la capacità di trovare una soluzione.

Tu suggerisci di non curarmi di chi taglia la possibilità all'ascoltatore di ricevere il mio messaggio e di curarmi solo del contenuto del messaggio. Il fatto è che senza agire prima sulla censura, non ci sarebbe proprio più un messaggio che arriva a qualcuno. Insegniamo le priorità su come si comunica: Prima si elimina la censura, e solo dopo ci si occupa dei vari contenuti dei messaggi e si possono fare confronti e dibattiti reali, altrimenti sarebbe come prepararsi per settimane per tenere un concerto rock e poi avere i microfoni spenti.

Che non bisogna ostacolare l'espansione di un messaggio contrario al tuo è vero, e quando questa censura accade, va fatta vedere comunicandolo con trasparenza a tutti. Comunicare l’esistenza della censura non è battibecco, e chi lo fa non sta sullo stesso piano di chi censura. Per quanto riguarda il mio ultimo post a cui fai riferimento dove porto alla luce alcune dinamiche di censura, è importante capire che l’azione di dire a tutti che qualcuno ti censura con avvertimenti tipo: "Stai alla larga dagli eventi di Marco", non è sputtanare, è invece affetto. Affetto, cura e vicinanza verso te stesso, verso chi non riceve il messaggio e anche verso i fantasmi mentali di chi ti ha censurato. E’ il coraggioso inizio della libertà, è esprimersi verso una soluzione invece che lasciare tutto nell'omertà, è l’apertura dei flussi comunicativi a vantaggio di tutti. Non fatevi mischiare le carte in tavola su queste cose e insegniamo queste differenze sostanziali. Esplicitare dove c’è stata censura è meraviglioso e bisognerebbe che tutti lo facessimo: prendere coraggio e combattere l'omertà a favore della libertà di accesso a tutti a qualunque informazione, anche contraria alla propria tesi.

E per fare questo è necessario saper creare delle strutture di diffusione delle informazioni, da qui l'importanza di saper creare visibilità dal nulla. Altrimenti alcuni non avrebbero accesso ad un certo tipo di informazione senza nemmeno sapere che tale informazione esiste ed è stata allontanata. Io rivelerò sempre dove c'è censura e dove ci sono messaggi volti a non fare ascoltare un contenuto diverso dal proprio, e vorrei che tutti lo facessero, anche verso di me naturalmente! Andate ad ascoltare tutte le campane che volete e la verità, quella vera, se ne farà forte, non viene danneggiata o indebolita da vedere tutto ciò che c'è. E se ad esempio una volta qualcuno a causa mia non fosse andato ad ascoltare un altro perché ha immaginato che io non volessi, mi farebbe molto piacere che la cosa fosse chiarita per poter ribadire: ascolta tutti quelli che ti senti di ascoltare senza mai farti censurare da nessuno, compreso da me. Portiamo avanti tutti insieme questo di messaggio che è alla base del comunicare civile.

E non c'è male nell'usare le parole per un proprio scopo. In questo meraviglioso viaggio che l’umanità sta facendo verso il conoscere se stessi, vanno promosse tutte le attività libere, anche che abbiano uno scopo mentale, e anche che abbiano dei ritorni e vantaggi e piaceri personali, purché siano etiche, trasparenti e magari anche che portino un briciolo di vantaggio a livello sociale, anche solo un piccolo vantaggio in forma di idea o stimolo agli altri. Se tu fai una cosa che ti fa stare bene e ti porta benessere a livello personale, io l'appoggio e mi fa piacere, e se poi è anche un pizzico costruttiva ed etica, socialmente utile e favorisce lo sviluppo della comunicazione trasparente, allora mi fa piacere ancora di più, sia se ti occupi di botanica, di astrofisica, di economia o di cinema. E la mia approvazione alla tua idea contribuisce alla creazione di un mondo che facilità il benessere collettivo, perché il mondo in grande è la rappresentazione di tutti i nostri consensi, opinioni, aspirazioni, desideri e anche solo il mio piccolo consenso è un passo in più verso il cambiamento su scala globale. Apriamo le coscienze da queste gabbie mentali che le hanno imprigionate per decenni.

La verità, tu dici, non dovrebbe essere ostentata. Non è così, perché la verità non ha regole e non segue questi dettami. Capisco che ci vuole un po' per staccarsi dalle proprie preferenze di facciata e che è inconsueto trovare verità espresse nella maniera in cui faccio io, in contesti completamente estranei a quelli in cui siamo stati abituati finora a trovarla. Ma la verità, se è vera, rimane tale anche in parole ostentate e venditrici, rimane vera detta in una diretta comica o in un satsang, rimane vera sia se detta da un malato psichiatrico sia da un premio Nobel, rimane vera sia se gridata sia se taciuta. Se invece un contenuto non è vero allora in quelle parole non c'è verità nemmeno se vengono dette nell'atmosfera sacra di un antico monastero al cospetto dei più saggi del mondo.

Quello che sto portando avanti, sia con le mie dirette comiche che con gli eventi seri, è un messaggio benefico che stimola lo staccarsi dalla superficie, che insegna a non guardare il vestito ma la sostanza, perché non è mai il vestito a decretare se il contenuto è vero e non è mai il vestito a poter decretare che un contenuto è falso.

MARCO CANESTRARI