martedì 22 giugno 2010

Educazione Militare

DI FAUNO LAMI

rambo

Da John Wayne a Rambo, quanti proiettili sono stati sparati nelle nostre case? A quante esecuzioni abbiamo assistito attraverso lo schermo televisivo? È ormai indubbio: la violenza militare ci è stata mostrata in tutte le salse, arrivando al punto tale da farcela accettare, anzi, talvolta anche acclamare.

Non è mia intenzione in questo ambito discutere di quanto sia "giusta" o "sbagliata" la guerra, bensì di quanto i nostri pensieri individuali siano inconsciamente manipolati attraverso queste ricorrenti immagini. Così, secondo lo stesso principio emulativo, che ci spinge a fumare, dopo aver visto una sigaretta in mano ai protagonisti del grande schermo, siamo portati ad accettare i massacri della guerra, senza troppo clamore. Massacri, che sulla pellicola passano in secondo piano, gruppi di soldati sterminati scenograficamente, popolazioni intere prive di ogni identità: carne da macello alla mercé del nostro "eroe". E gli effetti non sono nemmeno troppo nascosti, se osserviamo bene: i nostri figli "giocano alla guerra" con armi giocattolo e soldatini e nei loro videogiochi si fanno largo tra i nemici un'uccisione alla volta.

Ma l'alternativa a questa costante guerrigliera dove possiamo trovarla? Non di certo nella censura, né tantomeno nel proibizionismo, che come sappiamo, portano entrambi ben lontano dal superamento del problema. Bensì nella continua diffusione di principi e valori universali, alternativi e sostitutivi, che stiamo forse lentamente perdendo di vista, come ad esempio la sensibilità, la cooperazione e la pacifica convivenza.

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