giovedì 29 ottobre 2015

4 Passi per Liberarsi Definitivamente dalla Paura - DIscorso nel Bosco

DI MARCO CANESTRARI


Eravamo nel bosco del Parco del Sorbo quando è nato un satsang spontaneo: come affrontiamo la paura?

Innanzitutto dobbiamo vedere se noi la sentiamo oppure no. Se la sentiamo allora di sicuro dobbiamo partire da li, non da idee e concetti suggeritici da libri e maestri per i quali tutto è uno, la paura non esiste e siamo già tutti risvegliati. Se sentiamo paura e vogliamo risolverla, la cosa più intelligente da fare è entrarci, ascoltarla.

Preso coscienza del fatto che sentiamo paura, nasce una domanda: da dove viene questa paura?

La paura viene da fuori? C’è un evento che è fonte della mia paura o essa è interna a me e dipende da come io affronto gli eventi? Il problema è che si muore, che non ci amano, che si presenta un evento esterno che più si avvicina e più ho paura oppure che io vedo tutto questo già con paura, partendo dalla paura?

La paura non è mai dipendente da qualcosa di esterno. Non c’è nessun evento che può causare paura o farla finire, se abbiamo o no paura dipende solo dal nostro approccio. 
A questo punto dell’indagine è utile quindi togliere ogni evento dalla nostra attenzione. Ogni pensiero. Non sono i pensieri che fanno nascere la paura. Il problema non è il pensiero. Non è lui che causa la paura.

Proseguendo, possiamo vedere che la paura è un pacco unico intero, non è a tratti. Noi non proviamo paura solo a volte. Se siamo attenti, se osserviamo senza tutti i pregiudizi che la mente suggerisce di adottare, vediamo facilmente che l’ego vive costantemente in una condizione di paura, non la prova solo saltuariamente.

Abbiamo visto prima di tutto che la paura non dipende dall’esterno ma solo dal mio approccio. Abbiamo poi visto che la paura non è a tratti ma fissa, immobile. Ora è necessario uno step più alto. Qual è il nostro approccio nei confronti di essa? Torniamo al principio: come affrontiamo la paura? La amiamo? Le diamo il benvenuto? La accogliamo con affetto? Oppure la rifiutiamo, la schifiamo, la gestiamo, la cacciamo, la odiamo?

Noi la stiamo rifiutando. L’unica attività che abbiamo sempre svolto è quella di rifiutare la paura, in noi stessi e quindi anche negli altri. Tale strada non porta a nulla e non farà altro che aumentare la confusione. L’unica via è smettere di rifiutarla.

Non rifiutare la paura, non rifiutare l’illusione. Questa è un’azione saggia ed intelligente. Al pensiero sembra assurdo, per lui essa è la fonte del danno quindi vuole distruggerla per poi salvarsi. Sbagliato! Il rifiuto è l’unico motore dell’illusione.

Diamole il benvenuto: presa coscienza della nostra attività di rifiuto possiamo decidere di smettere ed iniziare un nuovo approccio. 
Non è l’io che può farlo. Iniziando tale nuova attività si scopre infatti che l’io era proprio quell’attività di rifiutare la realtà e che in verità, tale attività non è mai esistita perché non esiste nel presente. Meraviglioso sarà allora conoscersi, vedersi per quello che eravamo sempre stati. Noi eravamo la paura che veniva rifiutata e colui che non le dava il benvenuto era solo un ammasso di automatismi e concetti. Quella che dal punto di vista individuale chiamiamo paura non è altro che il rifiuto della realtà, l’attrito che l’ego crede di sentire tra lui (un entità falsa) e la verità.

Il problema è solo l’approccio di rifiutare, ama e risolverai. 
Se il tuo approccio è di amore, la paura diventa solo una contrazione muscolare. Null’altro. 
E’ come se mentre corri i tuoi muscoli si contraggono. Non crea danno, se nessuno ha paura, che problema c’è? Se ami, non c’è problema. 




Ecco i 4 passi per liberarci dalla paura:

1. Vedere che ogni interiorità è paura, sempre e non a tratti e quindi non nel tempo

2. Vedere che stiamo tenendo lontana questa interiorità perché la giudichiamo non perfetta.

3. Vedere cosa significa quello che stiamo facendo (il rifiuto della paura) e quindi cosa significa il non farlo ovvero il dare il benvenuto alla paura.

4. Vedere che la radice della paura non è “in qualcosa“ ma che la paura è la nostra essenza e che quindi stiamo avendo paura di noi stessi, della verità.

Nel momento che non abbiamo più motivo di mettere in atto questa separazione vediamo che non siamo mai riusciti a dividerci e ogni confitto si sciolga come neve al sole.


TESTO DI GIANPAOLO MARCUCCI
MONTAGGIO, E RIPRESE DI FAUNO LAMI